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Piccola storia di Jaci – l’importanza della Fiera Franca , Lionardo Vigo 1836

In un post si invocava la lacrimazione della Santa Patrona in modo che si creasse un volano economico basato sul richiamo del turista religioso. In effetti qualcosa del genere era accaduto in passato, la Fiera Franca di Santa Venera, antico privilegio difeso con le unghie e con i denti dai nobili giurati acesi, poi abolita dal governo borbonico,  era il volano economico principale della città. Lionardo Vigo nelle sue notizie storiche ricorda i fasti dell’antica fiera

Negli andati tempi la sola fiera sarebbe bastata a mantenerla celebre e ricca; e cos’era quella fiera mi piace ricordare con le parole del Grassi, il quale nel 1825 in Parigi così della città facea ritratto ” La città di Aci – Reale non ha  avuto la ventura di essere ricordata da’ geografi. Invano il suo nome, la sua posizione si cerca nelle carte o ne’ dizionari di geografia, quantunque gli scrittori di viaggi, e recentemente il Gourbillon,  ne abbiano fatto non pochi elogi. Essa è posta nel Val Demone 50 miglia lungi da messina e 9 da Catania. E una delle più belle città di Sicilia per la sua giacitura ad anfiteatro da ove il mare discopre , e per le sue pittoresche vedute. Racchiude presso 20mila anime; la gioventù è dotta e studiosa, gli abitanti sono vivaci, umani, ospitali, ricchi di virtù sociali e dagli stranieri amatissimi. Gli abitanti sono (erano) ricchi: le terre del paese e quelle di Mascali, fertilissime, loro appartengono. Essi fanno immenso commercio di vini, acquevite, spirito di vino, essenze di ogni specie, pistacchi, mandorle, olive, fichi, uve-passe, acciughe, frumento, orzo, stoffe di seta e seta cruda. Ciascun anno nell’avvicinarsi della festa della città havvi una fiera che ha nome di esser una delle più ricche do Europa; e dopo quella di Lipsia, Francofort, Bucaria, Sinigaglia, vien quella di Aci-Reale; Lì concorre grande numero d’inglesi, di francesi, di alemanni, di greci e sin’anco di turchi. Ivi si adunano le più rare mercatanzie di lusso di tutte le parte di Europa, ed ancora dell’Asia, le coloniali derrate similmente abbondano in questa fiera” Oramai di quella vive il nome e il ricordo: l’abolizione de’ privilegi doganali, l’esser vietata la immisione in Aci de’ prodotti dall’altissima sapienza del governo, hanno distrutto la fiera, e le fonti di ricchezza della città.

Lionardo Vigo Calanna “Notizie storiche della città di Aci – Reale

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