1640, relazione del Vescovo Ottavio Branciforte, relativa al 19° triennio, scritta e presentata personalmente il 05 gennaio 1640 (visita “ad Limina”).
“Pertanto abbiamo deciso di continuare la visita dei centri della diocesi, iniziando dalla citta’ di Aci, come il tessitore che annoda i diversi fili dell’ordito”.
Nella citta’ di Aci tutto si disperde invece di riunirsi, come nella penombra di un bosco; infatti la citta potrebbe essere considerata fra le piu grandi di Sicilia se le diverse frazioni fossero riunite; ma pur essendo una nei pubblici ufficiali, nelle leggi e nelle istituzioni, tuttavia si frantuma in circa venti frazioni poste tra loro a breve distanza. Questa terra divisa in parti e regioni di cui la prima e’ la citta’ abbastanza grande con le case ben disposte, oggi chiamata “Aquilia”, nome storpiato dall’originale Acilio; e’ come se dell’antica e grande citta’ di Aci fossero nate delle piccole citta’ come figlie, percio’ si spiega il nome Acilio da Aci ; cioe’ piccola Aci. Ma quando questo nome fu dato anche alle frazioni, la citta’ da Acilia fu storpiata in Aquilia, e si diede agli scrittori la possibilita di dare diverse spiegazioni. (Mons Ottavio Branciforti , Vescovo di Catania – “le relazioni “ad Limina” della diocesi di Catania – Adolfo Longhitano) .