” Con il R.D. dell’ 11 ottobre 1817 il governo borbonico cancellava le riforme costituzionali degli “anni inglesi” e estendeva all’isola il sistema amministrativo di inspirazione francese già introdotto da Murat nella parte continentale del Regno nel periodo napoleonico. Delle trasformazioni attuate con la Costituzione del 1812 e le riforme del 1813, si accoglieva solamente la ripartizione distrettuale che aveva sostituito i “tre Valli e le comarche” in cui il territorio siciliano era stato anticamente suddiviso. Questa ripartizione viene però ora inserita in una nuova suddivisione: i 23 distretti sono inglobati ora in sette Intendenze al cui controllo tutti i comuni, ma potremmo dire tutta la vita locale, sono subordinati” (1). L’Intendenza di Catania era costituita inizialmente da 3 distretti : Catania, Caltagirone e Nicosia. Nel 1813 il Parlamento siciliano tolse ad Acireale il privilegio di “Citta’ capo Comarca” aggregandola al distretto di Catania, nonostante la perorazione e le proteste del nostro deputato Mariano Geremia affinchè i magistrati Acesi rimanessero autonomi. Il 3 febbraio 1838 , Ferdinando II elevò la città di Acireale a Distretto e promise la costituzione del vescovado per punire la città di Catania sollevatasi contro il governo nei moti del 1820 e 1837 , mentre la città di Aci nonostante la perdita dell’autonomia amministrativa e l’abolizione della “Fiera Franca” era rimasta fedele alla Corona Borbonica.
(1) Prof. Enrico Iachello “Borbone e stato in Sicilia: La riforma amministrativa del 1817” – “I Borbone in Sicilia” Maimone editore
Acireale Guida storica monumentale di Salvatore Rizzo anno 1971