Ho scritto che “i candidati sindaco che si sono presentati alle amministrative del 2014 non dovrebbero ricandidarsi”, cerco di chiarire meglio.
La linea del centrodestra sembra essere quella di candidare un civico, un uomo che possa garantire onestà e trasparenza e che sia fuori dallo stretto schieramento partitico. L’edizione del 2014 vide candidato Michele Di Re ottima persona e bravo professionista, per il centrosinistra (asset regionale del tempo Crocettiano) il candidato fu Seby Leonardi che non ebbe i consensi ne per vincere ne per arrivare al ballottaggio. La candidatura di Seby Leonardi portò il PD a passare dai tre consiglieri comunali ad uno e nessuna lista (tranne, a stento, il PD) raggiunse il quorum. E’ ricandidabile? Secondo me no e non credo che lo stesso Leonardi voglia riscommettersi specialmente con un PD ridotto ad una “Siria” e con il comitato Cambiamo Acireale che ha scelto la linea del “basso profilo”. Unire il centrosinistra, al momento, significa perdere e Seby Leonardi, anche lui ottima persona, non merita un’altra sconfitta.
Sempre per le elezioni amministrative 2014 un altro candidato sindaco fu l’avv. Mario Di Prima, anche lui uscì sconfitto ed anche sonoramente bocciato dagli elettori acesi. La sua lista e lo stesso candidato arrivarono ultimi e non credo che per questa tornata i conti possano cambiare. Michele Alì, Marcello Monaco e Salvo Raciti (rispettivamente candidati Putia del Bene Comune, Monaco con una sua lista ed un’altra in appoggio e Salvo Raciti per il M5S) anche loro non dovrebbero considerare una ricandidatura. Alì e la “Putia” perché non hanno saputo dare continuità politica al progetto e perché si sono sciolti in mille rivoli lasciando quell’area senza alcuna organizzazione. Marcello Monaco, che ebbe il coraggio politico di schierarsi in antagonismo al centrodestra di Catanoso, oggi potrebbe correre in appoggio a qualche candidato “civico” ma certamente non correrà in prima persona per la carica di primo cittadino e Salvo Raciti, per il M5S, non riavrà una ricandidatura. Quindi o per opportunità o per mancanza di aggregazione o per ragioni politiche e, chissà, anche personali non si potrebbe comprendere una riedizione elettorale formato 2014. Non è possibile e neanche auspicabile dal momento in cui Acireale e gli elettori, secondo una visione che tiene conto del terremoto politico/giudiziario, dovrebbero potere scegliere tra candidati della società civile che possano trovare una convergenza ed una sintonia con gli elettori ma non con le segreterie dei partiti.
In questa prossima tornata elettorale amministrativa i blocchi del centrodestra e affini e quello del centrosinistra e cespugli, sarebbe meglio che restassero in minoranza perché sembra essere finita la stagione della solita eterna dirigenza politica acese che detta i tempi e impone i candidati. Del resto nell’ultima tornata elettorale regionale PD e F.I hanno lasciato il primato al M5S e per le nazionali stessa cosa. Consultazioni elettorali certamente non comparabili con le amministrative ma che hanno fatto capire chiaramente che anche il sonnolento elettorato acese pare si stia svegliando da un letargo durato secoli.
Ecco perché chi si è proposto candidato sindaco nel 2014 oggi dovrebbe ringraziare e non accettare. I motivi sono di opportunità politica ma risiedono anche nel fatto che non è più possibile ascoltare e seguire i politici nostrani e che, forse, sarebbe l’ora che non dessero più indicazioni per la scelta del candidato sindaco.
(mAd)
