« I miei vangeli sono cinque: Matteo, Marco, Luca, Giovanni e… Fabrizio. Oltre ai quattro testi “canonici” ho da sempre un quinto vangelo, quello secondo De Andrè. E’ la mia Buona Novella laica. Scandalizza i benpensanti, ma è l’eco delle parole dell’uomo di Nazareth che, ne sono certo, affascinò il mio amico Fabrizio” Don Gallo, prete “di strada”, dalla parte degli ultimi, degli oppressi, un pretaccio dalle idee comuniste, anticonformista, che accompagnava la stola liturgica con la bandiera della pace sule spalle. Libro nato dall’amicizia tra lui e De Andre’, diviso in dodici capitoli, ognuno delle quali rappresenta una canzone di Andrè, da Bocca di Rosa a Canzone di Maggio, da Don Raffae’ a Amico Fragile; Don Gallo prende come esempio i testi di De Andrè per affrontare tematiche come la fratellanza, la solitudine, la prostituzione, il razzismo, l’omofobia. Libro di una bellezza disarmante… forse perché amo Faber in modo viscerale, amo l’uomo, il poeta, il suo messaggio, a mio modestissimo parere, uno dei più grandi poeti del ‘900. Ascoltando il capolavoro “Il Testamento di Tito” penso all’amicizia tra lui e Don Gallo, che può riassumersi in questa frase: “Caro Andrea, ti sono amico perché sei un prete che non mi vuol mandare in paradiso per forza”. Il Vangelo laico secondo Fabrizio De Andrè, bisognerebbe introdurlo come lettura obbligatoria nelle scuole. “A voi, cari amici, lascio il mio testamento: -Credi in te stesso. -Sii ribelle, protesta, mugugna. Ma vai a votare, e mai a destra. -Ricordati di pagare le tasse. -Coltiva la speranza nel tuo cuore. -Rispetta la vita. -Libera la tua sessualità. -Sii giusto. -Cerca la verità dentro di te. -Rispetta tua moglie/marito e la tua compagna/o. -La politica la cambiamo noi. E’ora che ci restituiscano il bottino. “ -Don Andrea Gallo-
