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Una città a misura dei nostri desideri

Ho trascorso la mia adolescenza ad Acireale, ben venticinque anni fa.
Adesso vivo in frazione, da dieci anni.
Ma l’Acireale dei miei ricordi, di quegli anni, non esiste più. Quella cartolina, colorata, vivace e dalle emozioni pulsanti, è adesso sbiadita, invecchiata, logorata.
In queste settimane di campagna elettorale, si susseguono gli stessi slogan, tutti proiettati sulla vivibilità, sul turismo da rilanciare, “diventerà bellissima”.
E mi chiedo, e vi chiedo, ma quando bellissima lo era già, e lo era davvero, dove eravate tutti? Perché quella bellezza non l’avete preservata, curata, fatta crescere con amore e dedizione, come un genitore fa col proprio figlio?

Io che adesso in questa città ci abito, in una bella frazione, paesaggisticamente incantevole, questa città non la vivo.
Perchè oggi ho tre figlie, ancora piccole, ed è difficile con loro adeguarmi alla misura limitata.
Dove sono gli spazi per i bambini? Perché dovrei percorrere il Corso Umberto tra gli scarichi e con il pericolo che le bambine finiscano sotto un auto? Perché dovrei farle passeggiare tra la spazzatura, accatastata in ogni angolo di strada, soprattutto qui nelle frazioni.

Allora mi rivolgo a Lei, futuro nuovo Sindaco, e chiedo rispetto, dignità e decoro per tutti i cittadini.
Tutti, frazioni comprese.
Perché delle frazioni vi ricordate solo in campagna elettorale, dopo non vi si vede più. Eppure le frazioni, quelle a mare ad esempio, dovrebbero essere il fiore all’occhiello di questa città, perché questo mare, quando la spiaggia è pulita, ce lo invidiano in molti.

Tra i miei desideri di città vivibile, ci sarebbe un servizio di raccolta rifiuti eccellente, non sperimentale, che già l’esperimento l’abbiamo fatto, non mediocre, ma risolutivo nelle criticità. Desidero la lotta agli incivili, ai “munnizzari” seriali, senza se e senza ma, perché finalmente nessuna area diventi mini discarica.

Desidero aree destinate ai bambini, alle famiglie, ai ragazzi, attrezzate al gioco, allo svago, allo sport.
Con tanto verde e i giochi preferibilmente non collocati sui sassolini, che si sa, i bambini giocano a rincorrersi, magari cadono, o semplicemente quando arrivano dall’alto di uno scivolo preferirebbero poggiare il sederino su quella pavimentazione antiurto di cui tanti parchi gioco sono ormai dotati.
Caro futuro Sindaco, non dimentichi i bambini con disabilità, quindi queste aree le renda preventivamente accessibili e inclusive, si preoccupi di attenzionare che non si lascino gradini in giro, paletti e simili, che quei bambini sono si degli angeli, ma mica hanno le ali. E inserisca i giochi adatti a loro, le altalene, i tattili sensoriali, perché finalmente possano giocare insieme a tutti gli altri bambini, senza che nessuno provi la sensazione di essere diverso.
E poi tante panchine, da cui le mamme possano guardare con sicurezza i propri bimbi, e nel frattempo scambiarsi ricette per la cena, raccontarsi l’ultimo libro letto e disquisire su Beckham.
Non è difficile, a Milano proprio recentemente ho visto parchi così grandi, con distese di prati, bambini di ogni nazionalità giocare insieme, persone praticare jogging, passeggiare, leggere un libro, ne ho visto almeno uno ogni quartiere ed uno all’interno di ogni scuola e oratorio, un’infinità quindi.
I nostri quartieri quanti saranno? Ripristinando subito Villa e Parco delle Terme, saremmo già sulla buona strada, no?

Desidero il centro storico chiuso, ma seriamente chiuso, non ad umori alterni.
Concertatevi tutti, chi e come volete, ma fatelo, e fatelo subito.
Perché il centro è il cuore, ed è in sofferenza, il collasso è prossimo. Bisogna che respiri aria nuova, che si rafforzi nella sua naturale bellezza, una cura ricostituente di fiori, colori, musica.

Inoltre, desidero la riformulazione e il potenziamento dei servizi pubblici.
Il collegamento da e per le frazioni dovrebbe essere continuo, allo stesso modo dalle periferie al centro e viceversa.
Se tutto diventa raggiungibile e fruibile con facilità, il commercio si risveglia e vivacizza.
Devo sapere di poter contare sul mezzo pubblico che mi porti sul posto che ho bisogno di raggiungere.

Desidero, insomma, una città a misura di tutti, del turista, del lavoratore, del bambino, dell’anziano, dello studente, della persona con disabilità.

Certo, i miei desideri non sono solo questi, ci sarebbe ancora tanto altro, hainoi, da attenzionare.
A volte credo che ci abituiamo così tanto a quello che non abbiamo, che non facciamo più nemmeno caso che non ci sia. E così l’ordinario, inevitabilmente diventa straordinario.

Concludo dicendo, caro futuro Sindaco, che ognuno di noi ha un cassetto pieno di ricordi in cui la memoria spesso si mette a cercare per dare colore al presente e far scoppiare un improvviso sorriso. E i ricordi sono legati agli odori, ai sapori e ai luoghi. Credo sia quindi importante prendersi cura dei luoghi, da cui dipenderanno i nostri ricordi felici.
Si prenda cura della città, dei suoi cittadini…dei nostri ricordi, passati e futuri.

(Laura Magliocco)

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