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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Una sceneggiata indegna per una città di clienti della “rizzetta”

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Leggere uno straccio di atto di indirizzo al consiglio comunale di Acireale non è un atto semplice. Si scatenano gelosie, rancori, primogeniture e genitori adottivi che sgomitano. Una sceneggiata meglio del miglior Merola, un atteggiamento compulsivo che si fonda su dinamiche davvero ridicole, tragiche e inesistenti. Puniscono l’informazione bloccando la lettura dell’atto di indirizzo per i regolamenti del referendum solo perché poche ore prima avevamo pubblicato la possibilità (era una certezza) che l’atto sarebbe arrivato in consiglio comunale e che il presidente del consiglio Raneri l’avrebbe letto in nome e per conto di tutto il consiglio comunale. Una scelta unanime, un gesto di apertura verso la democrazia partecipata, un atto che ci avrebbe messo in linea con tutti gli altri Comuni italiani. Ma Acireale è “trunzu” per definizione e tanti, ormai da tempo, la chiamano la città “de meravigghi” ed in effetti ieri sera (10/11/2015) in consiglio comunale si è consumato un vero scippo nei confronti della città, nei confronti di quei cittadini attenti che vorrebbero che la città fosse gestita con attenzione e con scelte politiche e che non certo sono interessati alle perdite di tempo di quattro litigiosi, gelosi, invidiosi e convulsi consiglieri. Una farsa, una commedia che ci fa pensare che il vicepresidente del consiglio Antonello D’Agostino del PD non sia in grado di leggere un atto di indirizzo eppure sappiamo che il consigliere D’Agostino riesce a leggere anche senza dettatura. Se si impegna potrebbe farcela, ma non è andata così.

Facciamo un minimo di cronostoria sulla vicenda dei regolamenti cittadini.

Circa due anni fa in una conversazione sul gruppo FB FanCity Acireale il consigliere comunale Camillo Baldi si impegnò pubblicamente a portare agli uffici comunali competenti una bozza di regolamenti per i referendum cittadini. La bozza di proposta rimase nei cassetti (ovviamente) e non se ne fece nulla anche per la tragica scomparsa del consigliere Baldi.

Passano gli anni e Garozzo lascia il posto a Barbagallo. Abbiamo pensato in un minimo di rinnovamento ma intanto ogni passaggio politico intorno alla vicenda referendum non si compie. Da quasi un anno, quindi, il consigliere comunale Salvo Seminara si è interessato alla vicenda finchè non ha subito (anche lui il capogruppo de I Democratici) uno stop dai piani alti ed aveva pensato di trasformare la proposta di referendum cittadini in consulta popolare. Con la scusa della mancata copertura finanziaria si è cercato di affossare quello che gli altri Comuni hanno da anni. Davanti a questo stop, a cui si è aggiunta anche la consigliera Mariella Bonanno, mentre la consigliera comunale Sabrina Renna aveva, intanto, preparato e redatto una proposta dove si indicava chiaramente come e da dove recuperare la famosa copertura finanziaria. A questo punto si è scatenata la guerra interna ai consiglieri di maggioranza, una lotta senza quartiere dove è dovuto intervenire e mediare l’on. Nicola D’Agostino. L’onorevole chiama, quindi, i suoi e propone una mediazione, poi redige di suo pugno una sintesi che sarebbe dovuta essere letta proprio ieri sera in consiglio comunale. Ma in tutto questo si è messa di mezzo la libera informazione. Poche ore prima della lettura dell’atto di indirizzo, infatti, avevamo pubblicato un breve pezzo dove si elogiavano praticamente tutti proprio per la possibilità che era in atto e che avrebbe portato all’atto di indirizzo per i referendum cittadini e la consulta popolare.

Ma tutto ciò non è andato bene a qualcuno che si è incredibilmente e immotivatamente irrigidito e, di fatto, ha bloccato ancora una volta la possibilità per i cittadini acesi di avere questo istituto di democrazia partecipata.

Da oggi prima di ogni seduta del consiglio comunale, con regolarità, scriveremo: “Stasera in consiglio comunale arriva l’atto di indirizzo per i regolamenti del referendum” e staremo a vedere quanto dura ancora la “melina” del consiglio comunale. Lo scriveremo due volte la settimana perché non saranno certo quattro personaggi in cerca di visibilità a fermare la libera espressione e l’informazione per i liberi navigatori “senza rizzetta”.

(mAd)

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