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5 gennaio 1948, nasce Peppino Impastato.

PEPPINO IMPASTATO

Attivista politico, giornalista, conduttore radiofonico.
Iniziò giovanissimo, quand’era ancora uno studente del Liceo Classico di Partinico, ad avvicinarsi alla vita politica, come egli stesso scrisse, per motivi “emozionali”. Infatti, la sua famiglia era inserita negli ambienti mafiosi: sia nella figura di suo padre, Luigi Impastato, che era capo di un piccolo clan locale e membro di uno più grande, sia nella figura dello zio (marito di una sorella di Luigi) Cesare Manzella, capo della “Cupola” di “Cosa Nostra” negli anni ’60. Quando Cesare Manzella fu assassinato con un’autobomba (misero il tritolo nella sua Alfa Romeo Giulietta) il 26 aprile 1963, sia Peppino Impastato che il fratello Giovanni (quindicenne l’uno e dieci anni l’altro – che furono portati a vedere il luogo dell’attentato), ne furono molto colpiti. Peppino disse: “Se questa è la Mafia, io per tutta la vita mi batterò contro”. Iniziò proprio lì la sua voglia di ribellione contro la Mafia, la Società corrotta in generale ed anche contro la sua stessa famiglia di origine.
A 17 anni approdò al PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) e fondò, insieme ad alcuni amici il giornale locale “L’Idea Socialista”. Il giornale fu presto chiuso perché Peppino spesso scriveva dei rapporti tra Mafia ed Istituzioni Locali. Il padre Luigi, in quel periodo e per ovvi motivi, iniziò a ”cacciarlo” di casa; la mamma Felicia Bartolotta ed il fratello Giovanni, però, non lo lasciarono mai da solo.
Dopo due anni lasciò il PSIUP e, nel 1968 divenne dirigente di alcuni gruppi di “Nuova Sinistra” e fu attivista di molte lotte proletarie a favore dei ceti più deboli spesso oppressi e sfruttati.
Pur non definendosi un “leader”, Peppino riuscì a radunare presso di sé un grande seguito di persone che, come lui, amavano vivere ed inseguire ideali di giustizia e libertà. Fu così che nel 1975 fondò a Cinisi un’associazione, il circolo “Musica e Cultura”, che promuoveva ed organizzava attività ed eventi culturali e musicali. Nel 1977 aprì, sempre a Cinisi, una radio: “Radio Aut”. Sia con il Circolo che con la Radio, Peppino Impastato portò avanti una grande azione di denuncia contro la Mafia, segnalando continuamente, con mostre, articoli e spettacoli radiofonici satiri, le angherie mafiose contro le persone e contro il territorio di Cinisi. In particolare, con la Radio, Peppino si cimentava in “scenette satiriche” che prendevano in giro soprattutto il CapoMafia locale Gaetano Badalamenti. Questi, non potendo accettare lo scherno pubblico, convocò il padre Luigi dicendogli che Peppino doveva essere “drasticamente fermato”. Luigi si oppose dando tutta la protezione possibile al figlio e, al rientro di un breve viaggio negli USA (vi andò per cercare protezione e sostegno), venne assassinato, investito da un’automobile. Era il 19 settembre 1977.
Pur distrutto dal dolore e consapevole del grande pericolo, non rinunciò alla sua lotta contro la Mafia e, nel 1978, Peppino si iscrisse nella lista di “Democrazia Proletaria” per le elezioni politiche di Cinisi ma, rimasto ormai senza la protezione del padre, venne bestialmente assassinato la notte del 9 maggio 1978, a soli 30 anni, qualche giorno prima del voto (che comunque lo vide eletto). Il mandante dell’ attentato mafioso fu Gaetano Badalamenti detto Don Tano (sentenza dell’11 aprile 2002) ed il suo “luogotenente” Vito Palazzolo (sentenza del 5 marzo 2001). Non furono mai trovati gli esecutori materiali. Purtroppo, già il giorno dopo l’omicidio, fu anche quel ramo delle Istituzioni corrotte a depistare le indagini parlando di “suicidio” oppure di “incidente durante la preparazione di un attentato”. Occorsero più di 20 anni per fare giustizia.

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