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ACI E GALATEA, LA GROTTA DELLE COLOMBE

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È Ovidio a narrare nel XIII libro delle Metamorfosi la più bella storia d’amore svoltasi alle pendici  dell’Etna. Galatea, bellissima Nereide dalla candida carnagione, era amata sia dal giovane pastore Aci che dall’orrido Polifemo; naturalmente la ninfa ricambiava con ardore l’amore di Aci disprezzando il ciclope. Costui, accecato dalla gelosia nel vedere i due amanti abbracciati, divelse  la cima di un monte e la scagliò sul rivale uccidendolo. Galatea disperata chiese allora agli dei che  il sangue del giovane si trasformasse in un fiume in cui essa avrebbe potuto immergersi per congiungersi ancora all’amato. Fu così che secondo il mito ebbe origine il fiume Aci.  Scena dell’idillio di Aci e Galatea fu la costa delle leggende o dei ciclopi, quel breve tratto di mare disteso ai piedi dell’Etna che fu cantato dai versi di grandi poeti. Quì Euripide e Teocrito posero Polifemo nella sua spelonca a dibattersi tra le pene d’amore per Galatea e le ferite infertegli da Ulisse; qui Virgilio fece sbarcare Enea per salvare Achemenide ed Esiodo descrisse la foresta ove Giove appese le spoglie dei Titani; ancora qui, nel bosco di Aci che si stendeva fra Acireale e Mascali, Claudiano condusse Cerere a raccogliere i pini che le sarebbero serviti come fiaccole per cercare Proserpina nella notte. Infine, proprio qui, poche decine di metri a nord del porticciolo dell’odierna Santa Maria la Scala, era collocata la bellissima grotta marina che la fantasia popolare immaginò essere la dimora di Polifemo, o ancora meglio, il luogo degli incontri dei due sfortunati amanti: la Grotta delle Palombe. La Grotta delle Colombe da più di un secolo non esiste più: le violente mareggiate l’hanno purtroppo distrutta; il suo epitaffio fu scritto nel 1881 da Federico De Roberto in un articolo per il  Fanfulla. Fino al 1972 resisteva ancora un pallido vestigio della sua magnifica struttura arcuata, un  singolare scoglio che venne in quell’anno frantumato dall’ennesima mareggiata e che durante le notti di tempesta poteva ben sembrare il pugno di un gigante emergente dal mare. La grotta è così  divenuta un romantico luogo perduto, visibile soltanto con la fantasia.

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