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lunedì, Maggio 6, 2024
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Acireale, microcriminalità. Emarginazione, noia, mancanza di valori

microcriminalitàSempre con maggiore frequenza si registrano nella nostra città casi che sinteticamente possiamo definire di “microcriminalità”. Spesso si tratta di ragazzi assai giovani che vengono colti durante azioni, appunto, di illegalità urbana e di microcriminalità. L’emarginazione sociale, la noia e la mancanza di valori possono essere una chiave di lettura (non l’unica) per cercare di capire in quali tessuti e in quali (sub) culture si annidano e si sviluppano queste forme di violenza sociale.

Certamente siamo di fronte ad una crisi antropologica legata alla proposizione di alcune “immagini collettive” che si sono sostituti, via via e velocemente, a quelli che sono i principi fondanti di una comunità. L’emarginazione sociale che è anche solitudine culturale, l’assenza di luoghi collettivi sociali, la mancanza di un tessuto sano per il recupero e l’integrazione delle devianze porta inesorabilmente alla crescita del fenomeno microcriminale.

Raramente ci siamo occupati di cronaca ma davanti al continuo tanbureggiare di notizie che parlano di know out game, scippi, furti, borseggi allora il fenomeno va in qualche modo (almeno in una chiave sociologica) tentato di interpretare. Ed allora ci chiediamo cosa produce la nostra città in termini di integrazione? Cosa abbiamo prodotto in termini di valori e di riconoscimento di una comunità solidale? Quante volte il potere locale si è occupato delle condizioni di vita di alcune delle periferie acesi? Perchè si è lasciato tutto nelle mani di alcuni sacerdoti coraggiosi e impegnati dimenticando la normale mission sociale che dovrebbero avere le amministrazioni pubbliche? Di quali spazi sociali e ricreativi si è dotata la nostra città? Quanto territorio è stato sottratto al bene comune andando, di fatto, regalato alla deregulation? Come sono stati pensati, redatti e scritti i PRG nella nostra città e questo che impatto ha dato o sottratto alla collettività?

Attraversando una possente crisi di identità collettiva, in mezzo al guado del silenzio culturale, dentro le sabbie mobili della disperazione sociale e immersi nella logica dello “scambio” si producono solo grandi isole di desolazione e solitudine dove delinquere diventa una modalità esistenziale e dove le regole sociali della sana convivenza sono assenti, completamente ignorati e nella migliore delle ipotesi, considerati come degli inutili orpelli per benpensanti.

Acireale soffre di (sub) cultura, è un’emergenza di cui l’assessorato competente dovrebbe farne uno studio serio e proporre (insieme a tutti gli operatori istiutzionali) un concreto intervento di recupero e di proposizione di valori condivisi.

(mAd)

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