Nella cultura occidentale il connubio tra architettura ed utopia ha costituito uno dei temi sempre discussi fin dai tempi antichi.
L’ utopia, in questo caso, si riferisce al progetto di una società ideale.
Andando a ritroso nel tempo possiamo trovare riferimenti a luoghi felici nel dialogo platonico della città ideale: il filosofo greco infatti faceva riferimento a progetti che avrebbero dovuto tener conto di tutti gli aspetti delle attività umane, creando una forte relazione empatica con la natura.
Ma, è nel XVI secolo, grazie al pensiero di Thomas More, che il concetto di utopia assume il significato del termine che oggi intendiamo.
More, invece, trovandosi in disaccordo con l’ architettura moderna, cerca di spiegare come questa simboleggi le strutture di potere. Le sue idee per la realizzazione di una società utopica mutano continuamente, generando così perplessità sull’ idea della natura.
Ma, andando più avanti nella produzione architettonica più recente, è possibile trovare riferimenti notevoli tra i progetti dei pionieri dell’ architettura contemporanea.
Per citarne alcuni, basti pensare a F.L. Wright con il progetto della sua ” Usonia”, termine peraltro introdotto dall’ architetto nel ventesimo secolo per indicare gli stessi USA.
Con la sua idea di città, Wright descrive un particolare Nuovo Mondo libero da tutte le convenzioni architettoniche che fino ad allora erano note.
Ed ancora, Le Corbusier propone la sua città per tre milioni di abitanti, proporzionata fin nei minimi spazi attraverso il concetto di Modulor.
Nel 1914 è la volta di A. Sant’ Elia che propone “La Città Nuova”, espressione dell’ ideologia futurista che privilegia la modernità: questa città diventa il luogo in cui sviluppare l’ idea di futuro, velocità e movimento, non avendo più alcuna relazione con l ‘ idea di paesaggio urbano statico e tradizionale.
<<Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile ad un immenso cantiere tumultante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa futurista simile ad una macchina gigantesca>> ( tratto da Lacerba, 1914 ).
Anche se distanti tra loro per forme e concezioni, i progetti proposti da questi studiosi mirano allo stesso obiettivo cioè modificare lo sviluppo della società verso paradigmi di vita migliore.
Ed oggi, nel contesto in cui viviamo, dove il sistema antropico muta in maniera incontrollata ed insostenibile, qual è la vostra idea di città futurista?
Cristina Patanè
(Fonte : Architettura ecosostenibile)