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Cala il sipario sulla 20esima edizione di Magma, mostra di cinema breve.

È stata un’edizione bellissima, quella dei 20 anni di Magma, innanzi tutto perché è stata nuovamente dal vivo, dopo la scorsa edizione da remoto, e soprattutto perché il pubblico ha risposto riempendo la sala ogni sera e dimostrando, così, di apprezzare questo festival internazionale che cresce e conquista sempre più paesi del mondo.

Stasera sono stati proiettati gli ultimi 9 corti in gara, ovvero “Stephanie” di Leonard van Dijl, “A la cara” di Javier Marco, “Hase” di Dan Fuoresco & Lisa Flachmeyer, “Skin” di Guy Nattiv (vincitore dell’Oscar al miglior cortometraggio nel 2019), “Migrants” di Hugo Caby, Antoine Dupriez, Aubin Kubiak, Lucas Lermytte, Zoé Devise, “For Sale” di Francesco Gabriele (presente in sala a parlarci di sé e del suo corto), “Dolápò Is Fine” di Ethosheia Hylton, “Guard of Honour” di Edmunds Jansons e “May I Have This Seat?” di Tabish Habib.

Alla fine delle proiezioni, la giuria composta da Andrea Magnani, regista e sceneggiatore, autore di “Paradise, una nuova vita”, il film diretto da Davide del Degan che abbiamo visto nella serata di apertura di lunedì, Julia Gromskaya, regista e illustratrice, più volte in concorso a Magma e Christopher Yates, regista, scrittore e montatore belga, già vincitore del Premio Lorenzo Vecchio 2019 con il suo corto “Detours”, ha decretato il vincitore.

Il Premio Lorenzo Vecchio 2021 è andato al film franco-marocchino Sukar di Ilias El Farisper per “aver raccontato, in modo semplice e dal tono solo all’apparenza leggero, temi universali come l’amore, il desiderio e la libertà che mai come oggi dovrebbero andare nella stessa direzione, al contrario di alcune storture presenti nella società marocchina e non solo”.

Sono state assegnate anche 3 Menzioni speciali ai corti: Cemile della regista turca Belkis Bayrak, “per la capacità di far scoprire allo spettatore la complessità del carattere della protagonista, mettendo in luce la forza fisica e la fragilità emotiva della ragazza”; L’effort commercial della regista francese Sarah Arnold “perché il film cerca di andare oltre l’oppressione delle donne, attraverso l’uso di un’ingegnosa messa in scena che sottolinea l’assurdità dell’ambiente lavorativo” e Das Spiel, del regista svizzero Roman Hodel “per aver trasformato il rito del calcio in un gioco collettivo di violenza industralizzata, quando la macchina da presa racconta il dietro le quinte”.

Il premio del pubblico, invece, è andato a L’effort commercial di Sarah Arnold.

Per finire, tra gli ospiti presenti, abbiamo avuto anche la possibilità di conoscere-ed elargire loro quell’applauso che non avevano potuto ricevere lo scorso anno- i registi spagnoli del corto vincitore della scorsa edizione, Yo son la otra, ovvero: Francesca Tremolada Silva, Carlos Enrique Fonoll Zaiac, Abril Vila Truyol e Miriam Guerrero Sampayo.

Arrivederci, dunque, al prossimo anno!

(Valeria Musmeci)

Foto di Mario Cicala

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