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Capitozzatura degli alberi. La Consulta comunale ambientalista: “L’amministrazione ha dimostrato di non conoscere i criteri basilari di un’azione attuata in questo periodo”.

ACIREALE – La potatura degli alberi ad Acireale sembra essere, ormai da anni, un evento che lascia forti dubbi sulla bontà dell’intervento. La potatura degli alberi in piazza Patanè e davanti alla stazione ferroviaria hanno portato la “Consulta comunale ambientalista” a scrivere una lettera al Comune e a Rete Ferrovie indicando, come riferisce il giornalista Pietropaolo ne “La Sicilia”, potatura indiscriminata e radicale e indicando come, invece, manca la “manutenzione effettuata nel tempo”. Riferisce Nello Zappalà a La Sicilia: “L’amministrazione ha dimostrato di non conoscere i criteri basilari di un’azione attuata in questo periodo, ben nota a tutti gli esperti della materia, quale risulta essere la capitozzatura. L’Ente non ha inteso, fra l’altro, servirsi del punto di vista dell’organo consultivo. Comprendiamo le ragioni connesse alla sicurezza ma le conseguenze per gli alberi di una simile azione così incisiva, costituiscono certamente un enorme danno per le piante non solo in se e per il loro sviluppo, ma anche per il periodo stagionale e perché vi sono uccelli che fruiscono delle fronde per i nidi”.

A proposito di gestione del verde pubblico non possiamo dimenticare l’azione civica svolta da quello che oggi è l’assessore all’Ambiente in riferimento e alla capitozzature eseguite durante l’amministrazione Barbagallo e per la questione relativa all’eventuale abbattimento dei ficus in corso Italia. Poi, si sa, i ruoli cambiano, le associazioni civiche chiudono i battenti e quando si va ad amministrare si commettono gli stessi errori di sempre. Ed ecco che anche un organismo voluto ed istituito dall’Ente non trova risposta né spiegazioni per quel che riguarda le modalità degli interventi eseguiti sul verde pubblico.

Insieme a questa problematica si somma anche la raccolta degli sfalci dopo gli interventi di potatura. Restano a terra per giorni e giorni creando non pochi problemi ai passanti che si trovano sui marciapiedi e costituiscono delle vere barriere architettoniche.

Cosa resta da dire? Niente altro, solo il rammarico che ci prende tutte le volte che ci troviamo di fronte sempre alle stesse rivendicazioni. Cambiano gli amministratori e non cambiano mai le cattive abitudine, malgrado la consigliera comunale Cundari che ha portato in aula ed ha ricevuto il voto unanime in riferimento alla tutela delle rondini e dei rondoni.

Parole buttate al vento e modi di agire sul territorio che possono essere solo rubricate nel capitolo delle “cattive pratiche”.

(mAd)

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