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CLIMA TESO NEGLI UFFICI COMUNALI. I DIPENDENTI A 24 ORE CHIEDONO LA MODIFICA CONTRATTUALE

Come era prevedibile sembra sia teso il clima all’interno degli uffici del Comune di Acireale. Lo avevamo anticipato lo scorso luglio, all’indomani dell’annuncio festoso della stabilizzazione di tutti i 269 precari. Come ogni medaglia ha il suo rovescio, anche questa bella storia nascondeva un’altra faccia. Una sorta di paradosso, perché col contratto a tempo determinato diverse unità usufruivano dell’integrazione oraria a 30/33 ore. L’integrazione, in base alle esigenze dei settori, veniva rinnovata annualmente in concomitanza con la scadenza del contratto.

Tutti i dipendenti finalmente stabilizzati avevano un contratto a  tempo indeterminato a 24 ore, ma la famosa delibera 128 revocava qualunque integrazione temporanea. Se dunque tutti gli ormai ex precari festeggiavano la fine di anni di incertezze, allo stesso tempo era lampante che soprattutto in alcuni settori, come gli asili nido o la polizia municipale, l’orario di servizio non sarebbe potuto bastare ad assicurare il servizio ai cittadini.

Considerate le emergenze imminenti, il sindaco ha individuato i settori con maggiori criticità e ha subito modificato poche decine di contratti per garantire i servizi ai cittadini e la piena funzionalità dell’Ente. Sono stati modificati i contratti ai dipendenti in possesso del profilo professionale  di agenti di polizia municipale, ausiliari del traffico, vigili ambientali, maestre ed operai. A tutti quelli in possesso del profilo professionale, che ne svolgono effettivamente le mansioni.

Ecco che è esplosa la guerriglia all’interno degli uffici. I dipendenti si sono divisi tra quelli definiti “fortunati”, che hanno goduto della modifica del contratto e che,- ci dicono-, avranno i relativi privilegi pensionistici,- e quelli a 24 ore.

Alcuni dei dipendenti “meno fortunati” proprio non ci stanno. Sulla scrivania del sindaco sarebbero arrivate le prime diffide legali, cui si dice se ne aggiungeranno altre-. Lettere con cui si contesta il criterio della “discrezionalità” usato dal primo cittadino, che tralasciarebbe di modificare il contratto a dipendenti costretti a lavorare in uffici definiti “al collasso”.

Contattato il sindaco Alì, ci dice di aver ricevuto un’unica lettera, a nome però di più dipendenti, ma di non percepire particolare tensione all’interno degli uffici. Stefano Alì spiega quindi il criterio utilizzato fino ad oggi e anticipa le prossime azioni che dovranno limitare il disagio delle 24 ore.

«Prima per l’integrazione oraria veniva fatta una determina temporanea. Adesso, dopo le stabilizzazioni, è necessario fare una modifica definitiva del contratto. C’è stato un primo passaggio, perché c’erano evidenti criticità da risolvere subito. Non c’erano possibilità di trattamenti di favore. Con una delibera di giunta, abbiamo fatto una modifica secondo aree e profili, a tutte le persone con quel profilo professionale: asili nido, vigili urbani e operai che svolgessero la mansione di operai. Adesso bisogna fare una modifica per tutti gli altri. L’Amministrazione individuerà le aree di interesse rilevanti per l’azione amministrativa e quindi, una delle strade percorribili ma più lunga, sarebbe che ciascun dirigente provvederà a programmare dei concorsi interni per settore. Nel frattempo ho individuato un’altra strada possibile e ho avanzato una proposta che dovrà essere accettata dalla delegazione trattante. E’ l’applicazione della clausola di elasticità prevista dal contratto, che aumenterebbe le ore per un periodo di tempo rinnovabile. Quindi non ci sarebbe bisogno di modifiche contrattuali e concorsi interni e sarebbe applicata ai profili che verranno selezionati secondo le esigenze dei settori e le risorse disponibili.   Abbiamo previsto di investire 500 mila euro per l’estensione oraria, fondo che con i pensionamenti potrebbe essere implementato».

Riassumendo la vicenda, i “fortunati” sono gli agenti di polizia municipale, gli ausiliari del traffico, i vigili ambientali, le maestre e gli operai che hanno dato la propria disponibilità ad atti di interpello.

Per i restanti profili professionali, esecutori ed istruttori amministrativi ed esecutori e istruttori tecnici, non è stata fatta la modifica  contrattuale, (definitiva), perché sono tanti i dipendenti in possesso del medesimo profilo professionale e limitate le risorse a disposizione. Il sindaco sostiene non si possa parlare di “fortunati” perché non sono state fatte ancora scelte tra questi profili, proprio per non creare discriminazioni all’interno della categoria.


In alternativa alla modifica contrattuale, (che prevede un innalzamento orario da 24 a 33 ore settimanali, ma che conti alla mano non può essere fatta a tutti i dipendenti a 24 ore), si potrebbe applicare la clausola di elasticità, prevista dal CCNL del 21/5/2018. Questa prevederebbe un innalzamento orario soltanto per un periodo di tempo rinnovabile, come si faceva quando i dipendenti erano in possesso del contratto a tempo determinato.

Sembra che la soluzione trovata non sia piaciuta ai dipendenti a 24 ore, che aspirano ad una modifica definitiva, come avvenuto per i colleghi, e che probabilmente temono “la discrezionalità” nell’applicazione della clausola di elasticità. Sembra che i dipendenti riuniti in assemblea non abbiano accolto con favore la proposta del sindaco Alì.

La palla passa adesso alle rappresentanze sindacali. Ma il 3 ottobre Stefano Alì ha trasmesso un atto di indirizzo al segretario generale Trombetta e al dirigente del settore Personale Molino. Oggetto della nota: “Ottimizzazione degli uffici”.

Il sindaco scrive: “Appare evidente come nell’organizzazione degli uffici l’attuale definizione dell’orario di lavoro del personale a 24 ore non sia funzionale ad un’efficace azione amministrativa. La presenza di un giorno di riposo, con il conseguente sfalsamento della presenza dei dipendenti rende più complicata la collaborazione all’interno degli uffici e l’interazione con l’esterno. Oggi i dipendenti stabilizzati rivestono un ruolo fondamentale nell’erogazione dei servizi e nella funzionalità degli uffici che in misura sempre maggiore vengono retti da loro stessi. Si chiede pertanto di rivedere e proporre una diversa articolazione dell’orario di lavoro che non preveda giorni di assenza mantenendo al contempo una presenza pomeridiana il martedì. Si predisponga una proposta del regolamento che articola l’orario di lavoro e che tenga conto delle esigenze organizzative e gestionali dell’Amministrazione comunale”.

Appare evidente che nell’attesa che si raggiunga un accordo e, considerato che “le risorse dell’Ente che vanno a coprire integrazione o modifica contrattuale non possono bastare per ampliare l’orario di tutti gli oltre 200 dipendenti”,  le due parti abbiano preso una loro posizione.

E nell’attesa, uffici come i servizi demografici, al collasso tra articolazione del lavoro e pensionamenti, fanno davvero fatica a fornire un buon servizio al cittadino.

L.C.

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