In Piazza Duomo, venite a vedere.
L’arte effimera, quella dei madonnari, quella delle infiorate: opere che nascono e che hanno una vita breve, il tempo di essere apprezzate da quei fortunati che si trovano li.
L’originalità acese sta nella felice intuizione di Dario Leotta e di nello Catalano, appassionati dell’infiorata di Noto e dalla città regina del barocco hanno concepito questa idea della coriandolata.
I coriandoli, ora molto meno usati ma in passato se ne è fatto un uso enorme durante il Carnevale Acese, sono di carta, materiale povero, che ad Acireale ha avuto sempre una caratteristica, imposta dalla serietà dei nostri Amministratori del passato, nei sacchetti dovevano essere confezionati di un unico colore.
La peculiarità della monocromaticità e gli infiniti colori che può avere la carta da cui vengono ritagliati, ha fatto dei nostri coriandoli un materiale artistico.
Al posto della penna di china, la nostra sabbia vulcanica (il colore nero della sciara), ed ecco che viene organizzata la coriandolata.
Antonio Coniglio e Roberto Barbagallo hanno capito la validità del progetto, anche perchè chi proponeva erano persone di tutto rispetto, ed ieri pomeriggio alle 18,00 col primo pugnetto di coriandoli si è dato il via, attorno all’una stanotte, l’opera era allestita.
Il colpo di maestro, la genialità si è estrinsecata alla grande nel soggetto da realizzare.
Il blasone della Città, la nostra Acis civitas amplissima et fida regibus, ed il rosone della nostra Cattedrale, fatti con la sabbia da muntagna e con i coriandoli del “Più Bel Carnevale di Sicilia”.
La nostra storia, la nostra religiosità, le nostre tradizioni, la nostra natura… tutto in 49 metri quadrati.
Bravi!
(santodimauro)
