Il ministero dell’Ambiente affronta una nuova sfida per diffondere quanto più possibile la conoscenza e l’applicazione delle buone regole che rispettano la natura, orientare la collettività verso un futuro di sviluppo sostenibile, creare nuove professionalità aiutando l’economia. Le linee guida per l’educazione ambientale nelle scuole, sono state redatte con il contributo tecnico del Formez, “sono state approvate e sono a disposizione di tutti” spiega all’ANSA il sottosegretario al ministero Barbara Degani, aggiungendo che “ora bisogna formare i formatori”. Ce ne sono tanti che hanno “una sensibilità enorme verso questi argomenti ma che hanno bisogno di formarsi”, perchè non ci si può improvvisare nell’insegnamento di tematiche che hanno anche risvolti scientifici. Occorrono “strumenti di lavoro adeguati” spiega Degani richiamando ad esempio la Cop21 (la conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici svolta a dicembre a Parigi) “da cui è emersa la necessità di un nuovo modello di sviluppo per i Paesi”.
Quindi non è sufficiente l’educazione scolastica perchè la questione è più ampia e deve coinvolgere cittadini e imprese. Il ministero dell’Ambiente ha presentato un progetto a quello dell’Istruzione sul quale bisognerà reperire i fondi necessari, attingendo nell’ambito delle risorse europee. Dalla tutela del territorio e delle acque ai cambiamenti climatici, dalla biodiversità alla raccolta differenziata dei rifiuti e al loro al riciclo, ma anche l’inquinamento nelle città sono fra gli argomenti previsti dall’educazione ambientale che punta a rendere quanto più naturali possibili i comportamenti quotidiani degli alunni.
