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sabato, Luglio 27, 2024
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TORNA VPM: ABBIAMO SENTITO IL MAESTRO DAVID ROMANO.

Ritorna Villa Pennisi in Musica e io riscopro, con una certa soddisfazione, il piacere di fare quattro chiacchiere a distanza con il maestro, nonché direttore artistico dell’evento, David Romano.
E che distanza: lui a Roma, io a Londra!
Quattro chiacchiere per farci raccontare l’edizione 2023, la 15esima per essere precisi, da David Romano: napoletano, classe 1972, secondo violino presso l’Accademia Nazionale di santa Cecilia a Roma, primo violino presso il Sestetto Stradivari, ma anche docente presso la Scuola Internazionale di Musica “Avos Project”.


V.M: Allora, caro maestro Romano, intanto come stai e, soprattutto, come stai vivendo questi ultimi giorni che precedono la prossima edizione?
D.R: Enorme fermento, grandi preparativi, anche perché con l’insediamento del neo sindaco abbiamo cercato di ampliare ulteriormente la nostra offerta e, come avete visto, ci sono 18 concerti in 13 giorni, con una particolare attenzione alle frazioni, in maniera tale di avere sempre ad Acireale musica, ma non per questo non avere cura di altre soluzioni. In tal senso, abbiamo, dicevo, dedicato alle frazioni -che saranno Santa Tecla, Aci Platani, Stazzo e Guardia- un quartetto d’archi di sole donne, il quartetto Klem, che verrà seguito da una fotografa che, oltre a fare quella che è la classica opera di Reportage, declinerà un progetto ad hoc, legato alle quattro donne, al quartetto d’archi, alle frazioni e quindi avremo una narrazione ulteriore, rispetto a quella del core business, che vedrà comunque i concerti ad Acireale e poi in villa. Apro una piccolissima parentesi per dire che “Klem” significa “abbraccio”in finlandese, quindi in questo senso vogliamo “abbracciare” le frazioni.

V.M: Per chi, come me, abita in frazione, questa edizione che pone maggior attenzione alle periferie -con, addirittura, serate in cui ci saranno due concerti contemporaneamente in due diversi luoghi- non può che essere motivo di grande gioia. Adesso, ti sembrerò banale, ma ti chiedo, per coloro i quali (spero pochissimi) si approcciano per la prima volta a questa manifestazione, di raccontare brevemente cos’è VPM.
D.R: Allora…se qualcuno ha mai visto la partitura di una sinfonia, saprà che essa non ha un solo pentagramma, ma per ogni voce c’è un pentagramma che corre e il ritmo manda insieme più voci. Esattamente quello che succede in un coro, dove ci sono un soprano, un tenore, un contralto e un baritono e ognuno di loro fa la sua parte e insieme generano armonia. Bene, i pentagrammi di Villa Pennisi (non a caso questo evento nasce all’interno del giardino che ha visto sgambettare Francesco Pennisi, fondatore dell’associazione culturale musicale “Nuova Consonanza”) sono due, per ciò che intendiamo per macrocategorie, ovvero la musica e l’architettura. All’interno di queste macrocategorie ci sono la didattica e la performance, ovvero abbiamo la possibilità in contemporanea di far fare un corso di musica con professionisti di altissimo profilo, provenienti dalle migliori istituzioni del mondo, quindi masterclass di strumento musicale e, contemporaneamente, c’è un workshop di architettura tenuto, come è ormai consuetudine, dal professor Sergio Pone e i suoi sodali, in joint venture con l’università Federico II di Napoli, la facoltà di Architettura nello specifico, che fa vivere il giardino durante la prima settimana, dall’1 all’8 di agosto, per la costruzione di una camera acustica. Una camera acustica è ciò che normalmente si può vedere anche all’interno dei nostri teatri di tradizione, quando anziché fare opera si fa musica sinfonica e serve appunto a diffondere meglio il suono. Noi siamo probabilmente l’unico festival al mondo che fa questa cosa all’aperto e la porta avanti non semplicemente perché chi possa sedersi nel nostro giardino, dall’8 al 13, possa ascoltare la musica come non l’ha mai ascoltata in un giardino, ma soprattutto perché in questa maniera il percorso didattico abbia una realizzazione che per gli studenti è assolutamente “folle”. Uno studente di architettura, abituato a lavorare con AutoCAD, a villa Pennisi vede trasformato il modello 1 a 1 di quello che ha visto su un computer, davanti ai suoi occhi. Dunque, diventano loro per primi gli artefici del festival, quindi in questo senso villa Pennisi diventa un vero e proprio cantiere d’arte. Ecco che i due pentagrammi che hanno i loro sottopentagrammi didattici, trovano confluenza, suono e armonia in quello che è il festival. Il festival ormai da tempo prevede una doppia veste: quella in città, durante la costruzione di ReS (la camera acustica) che porta noi ad invadere la città con suoni, studenti (quest’anno siamo oltre le 100 unità, ormai uno standard arrivare oltre i 100 iscritti). Avremo, appunto, dall’1 di agosto al 7 di agosto, la bellezza di ben 11 concerti. Questa cosa farà sì che le persone possano essere interessate a seguire i nostri concerti nella basilica di San Sebastiano, oppure nelle chiese delle quattro frazioni di cui ti ho detto sopra, questi ultimi voluti fortemente dal sindaco Roberto Barbagallo, lui che ha da sempre mostrato interesse per le frazioni (fu proprio lui il primo a farci fare concerti fuori, come i meravigliosi concerti a piazza Pasini o quello fatto a Santa Maria La Scala. E noi abbiamo sposato chiaramente questa necessità che è stata portata avanti anche dalla precedente amministrazione comunale. Dopodiché, dall’8 vi aspettiamo tutti quanti in villa.


V.M: E noi dall’8 saremo assolutamente in Villa. Comunque, mi risulta che quest’anno ci sia un’altra importante novità -oltre quella di cui abbiamo appena parlato, relativamente ai doppi concerti serali- relativamente alla presenza di RadioLab. Ce ne parli brevemente?
D.R: Allora, RadioLab è la vera novità di quest’anno. Sono stato contattato da Stefania Sirignano che è una delle voci, anzi “la voce” di Radio Punto Zero, una radio molto famosa in Campania, la quale è figlia anche lei di Villa Pennisi, perché è la fidanzata di uno degli allievi di VPM. E questo ci ricorda anche che Villa Pennisi genera, non solo un indotto economico per la città, ma crea link che ci portano molto più lontano rispetto a dove ci troviamo in partenza. Dicevo, appunto, che avremo la prima vera e propria radio, “Generazione Zero”, per cui gli studenti dell’ArchLab costruiranno una stazione Radio, mi verrebbe da dire un vero e proprio studio radiofonico, mentre i musicisti del MusicLab verranno selezionati per scegliere chi voglia essere lo speaker della nostra radio. Quindi la prima settimana prepareremo gli editoriali, nonché il vero e proprio palinsesto della nostra radio, mentre dall’8 agosto, ci sarà la possibilità di seguire Radio VPM, che sarà una radioweb, quindi, ci sarà uno streaming sul web, con dei nostri contenuti assolutamente cuciti addosso a Villa Pennisi e ad Acireale, per finire con degli spazi pubblicitari. In questo senso, colgo l’occasione per ricordare che chiunque volesse essere comunicato da Villa Pennisi, può contattare me direttamente, per ragionare insieme su quale possa essere la maniera migliore. Ripeto che la radio è nostra, quindi siamo liberi di fare quello che vogliamo, nella migliore tradizione di Villa Pennisi dove i nostri confini -appunto “Musica senza Confini”- non ci fermano neanche nel web.

V.M: Cresce, dunque, VPM e si accresce di anno in anno con interessanti novità, ma per chi è affezionato a questa manifestazione, un pensiero non può che correre ad Ezio Bosso, più volte ospite ad Acireale, nonché legato a questa manifestazione sin dagli albori. Ci sarà (o meglio ri-sarà) anche in questa edizione una serata a ricordarlo, ci vuoi brevemente anticipare qualcosa? D.R: Ezio è stato presente, come tu dici, dagli albori, perché amava questo posto, probabilmente perché amava me e considerava quello il suo giardino segreto. Aveva, infatti, un rapporto elettivo particolarmente forte con la famiglia Pennisi, da lì poi, il rapporto con la città di Acireale; città di Acireale che lo ha conosciuto prima del grande “boom”, quindi, in un certo senso, faceva parte di quell’aspetto di Ezio ancora poco condiviso, rispetto poi al fatto di essere quasi diventato un “santino”, che tutti quanti, negli ultimi anni, cercano di idolatrare. Soltanto l’anno scorso non abbiamo “festeggiato/raccontato/suonato” musica di Ezio, per mia precisa volontà: ho voluto, infatti, creare un momento di frattura. Nel 2020, come ricorderai, c’è stato uno spettacolo/ concerto che è stato fondamentalmente catartico per il nostro dolore, che non avevamo avuto modo di “raccontarci”, perché Ezio morì durante il covid. Nel 2021 abbiamo messo in scena, in maniera assolutamente arbitraria, mi verrebbe da dire, Beckett con la musica di Ezio, mentre l’anno scorso nulla. Quest’anno, invece, c’è una novità assoluta, perché sul palcoscenico il giorno 12 agosto, che è ormai “il” giorno per Ezio -non voglio mai chiudere con Ezio per non lasciare in bocca allo spettatore uno strano sapore- suoneremo buona parte delle musiche che sono molto care ai suoi fan, quindi le musiche per trio, ma, in particolare, suoneremo un brano che recentemente è stato inciso, ovvero il quartetto che ha il nome di “Four Letters”, ispirato alle lettere dei partigiani, e faremo una selezione di brani che, invece, sono stati registrati di recente e che verranno pubblicati dopo l’estate, di tutti i suoi inediti assoluti. Per chi fosse appassionato all’idea di ascoltare la musica di Ezio e/o per chi volesse festeggiarlo nell’unica maniera possibile, cioè ascoltando la sua musica, vi aspetto a Villa Pennisi, anche se so che già adesso è tutto esaurito, spero comunque che eventualmente, chi voglia mettersi in lista d’attesa, potrà avere la possibilità di trovare un posto.


V.M: Infine, mi piace ricordare come VPM, da qualche anno a questa parte, sia anche teatro e letteratura. Tu, appunto, hai appena ricordato la messa in scena “arbitraria” di un pezzo di Samuel Beckett, con le musiche di Ezio Bosso, mentre ho letto nel programma che l’11 agosto avremo l’attore Fiorenzo Madonna, che oggi molti conoscono per essere uno dei protagonisti di “Un Posto al Sole”, ma noi affezionati a VPM avevamo già imparato a conoscere e apprezzare qualche anno fa. Ci anticipi qualcosa di ciò che vedremo e ascolteremo?
D.R: Ottima domanda, Valeria, perché in realtà c’è una storia sul testo che metteremo in scena, a cui io sono particolarmente legato, perché è una delle primissime cose che avevo immaginato per Villa Pennisi e per ReS circa 12 anni fa, ma invano. Finalmente dopo 12 anni si sono venute ad allineare le stelle, per cui riusciremo finalmente a mettere in scena questo spettacolo che si chiama “Il corpo”. Il testo è liberamente ispirato dal romanzo breve Sonata a Kreutzer di Tolstoj, con Fiorenzo Madonna e non solo. Perché si sono allineate le stelle? Per una serie di motivi: il primo perché il lungo racconto o romanzo breve di Tolstoj parla di un femminicidio, l’omicidio di una moglie da parte del marito e mai come questo momento il tema è di sempre più scottante attualità. Tuttavia, nel caso specifico, bisogna dire che Tolstoj lega la figura del femminile a quanto di più “deteriore” sia possibile immaginare riguardo, l’eccitazione e lo spostamento/allontanamento della rettitudine morale dell’uomo. L’altro allineamento polare è stato sicuramente il fatto di avere il quartetto di giovani donne di cui abbiamo già parlato, il quartetto Klem, che mi ha così permesso di avere in scena il “femminile”. Con Fiorenzo, già conosciuto dal pubblico di Acireale, adesso è diventato impossibile girare in mezzo alla strada, perché da molti riconosciuto come uno dei protagonisti di Un Posto al Sole. La cosa particolare dello spettacolo è che Tolstoj scrive quest’opera, ispirato, a sua volta, dal pezzo di Beethoven, che si chiama, “Sonata a Kreutzer”, una sonata per violini e per pianoforte. Anni dopo, Janáček, invece, fregandosene completamente di Beethoven, ma ispirato solo dal romanzo breve di Tolstoj, scriverà un quartetto per archi che chiamerà, appunto “Sonata a Kreutzer”. E quest’ultima di Janaček sarà proprio quella eseguita dal quartetto Klem, che fungerà come una sorta di coro sul modello delle tragedie greche, ad accompagnare il cambio scena tra i quattro quadri drammaturgici. Da Fabio Massimo Capogrosso, che in questo momento è conosciuto per aver composto le musiche dell’ultimo film di Bellocchio, “Rapito”, nonché dell’ultima serie dello stesso, “Esterno Notte”, aspettiamoci quella che può essere la musica che volgarmente verrebbe chiamata “I titoli di testa”. Quindi, lo spettacolo dell’11 per me è imperdibile, ma credo altresì, che per il nostro pubblico potrà essere un’esperienza molto particolare: essere “calati” dentro -ancora una volta- un multipentagramma dove oltre alla musica contemporanea e la musica di Janáček, aggiungeremo chiaramente la bellezza del testo di Tolstoj.


V.M: Dunque, a maggior ragione non possiamo e non dobbiamo perderci lo spettacolo dell’11 agosto, per l’altissimo livello culturale, per i suoi protagonisti e per l’attualità delle tematiche affrontate.
A questo punto io ti ringrazio, caro David, per il tempo prezioso che mi hai concesso e per la ricchezza di dettagli che ci hai raccontato. Approfitto per invitare tutti a seguire VPM, a prenotarsi per gli eventi dall’8 al 13 in villa, ma anche a seguire gli eventi itineranti per le chiese di Acireale e le sue frazioni.
Noi…ci vediamo l’1 di agosto!

(Valeria Musmeci)

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