E’ vero la storia non va cancellata, è ancora più vero che le scritte del regime fascista devono morire usurate dal tempo e non riportate alla luce. Il progetto, inserito tra quelli approvati nel bilancio partecipativo, va respinto.
La storia non va dimenticata né cancellata. Ed è per questo che non dobbiamo dimenticare l’Italia fascista che invase la Jugoslavia e si macchiò di crimini di guerra a Lubiana e nei Balcani. In Jugoslavia il conflitto non fu solo contro il Fronte di Liberazione, ma anche nei confronti di chi sosteneva una “diversa visione politica del rapporto tra vincitori e vinti marcatamente razzista”. Secondo il generale Orlando era necessario “eliminare tutti i maestri elementari, tutti gli impiegati comunali e pubblici in genere, tutti i medici, i farmacisti, gli avvocati, i giornalisti, i parroci, gli operai e gli ex militari italiani trasferita dalla Venezia Giulia…”
Non dobbiamo dimenticare le leggi razziali, la morte di Matteotti e neanche la guerra civile scatenata dagli squadristi fascisti che produsse migliaia di morti tra gli oppositori.
La storia non va dimenticata né cancellata. Va ricordato che i giornali contrari al regime fascista subirono numerosi attacchi nelle loro sedi e l’Avanti venne più volte devastato. Poi, anche questo va ricordato, durante la dittatura fascista numerosi giornali furono costretti a sostituire i direttori con altri graditi dal regime.
Non va dimenticato il Tribunale speciale per la difesa dello Stato organo voluto per giudicare e reprimere gli oppositori. Di fatto uno strumento di repressione dove oltre 5 mila imputati non ebbero alcuna forma di garanzia e nessuna possibilità di difendersi. Non dobbiamo dimenticare 12mila persone mandare al confino e i 160mila che vennero sottoposti a misure restrittive di vigilanza speciale. Tutti colpevoli di sostenere un’idea diversa da quella del criminale Mussolini e dei suoi scagnozzi.
Come dimenticare Matteotti, Amendola, Giobetti, Carlo e Nello Rosselli ed ancora il parroco di Argenta don Minzoni, Gastone Sozzi, tutti uccisi, alcuni a causa delle torture subite e don Minzoni ucciso con una bastonata in testa. Non si può e non si deve dimenticare la storia; è vero, è necessario.
Non va dimenticato il regime di apartheid imposto in Eritrea e in Etiopia, né la guerra di Etiopia. A proposito di Etiopia il 3 maggio 1936 Mussolini invia a Badoglio questo messaggio via telegrafo. “Occupata Addis Abeba V.E. darà ordini perché: 1° siano fucilati sommariamente tutti coloro che in città aut dintorni siano sorpresi colle armi alla mano. 2° siano fucilati sommariamente tutti i cosiddetti giovani etiopi, barbari crudeli e pretenziosi, autori morali dei saccheggi. 3° siano fucilati quanti abbiano partecipato a violenze, saccheggi incendi. 4° siano sommariamente fucilati quanti trascorse 24 ore non abbiano consegnato armi da fuoco e munizioni. Attendo una parola che confermi che questi ordini saranno – come sempre – eseguiti”.
La storia non va dimenticata né cancellata. E come dimenticare le repressioni in Africa Orientale e gli stermini di Addis Abeba e di Debra Libanos? Ecco cosa scriveva Mussolini a Graziani il 21 febbraio “Tutti i civili e religiosi comunque sospetti devono essere passati per le armi e senza indugi”.
Si, la storia non va cancellata. E vanno ricordati e studiati i campi di prigionia in Libia, Eritrea, Somalia. Un condannato scampato alla morte scrisse: “Ogni giorno uscivano dal el Aghelia cinquanta cadaveri venivano sepolti in fosse comuni. Cinquanta cadaveri al giorno, tutti i giorni. Li contavamo sempre. Gente che veniva uccisa. Gente impiccata o fucilata. O persone che morivano di fame e di malattia”.
Non va neanche dimenticata o cancellata l’occupazione della Grecia quando nel dicembre 1942 l’esercito fascista appiccò il fuoco a centinaia di case ed effettuò massacri contro la popolazione inerme. E mai dimenticare l’alleanza con il più grande criminale psicopatico della storia dell’umanità: Adolf Hitler!
Ecco perché la storia non va cancellata e quelle scritte sui palazzi devono scomparire per l’azione del tempo e non riportate alla luce. L’amministrazione comunale faccia marcia indietro prima che arrivi un’interrogazione Parlamentare ed un’altra pessima rappresentazione della nostra città.
(mAd)