Prima la fontana davanti alla Banca Intesa di Acireale, adesso gli alberi di natale al corso Umberto, insomma anche Acireale ha il suo benefattore. Sappiamo che non è un uomo che ha lottato strenuamente per opporsi ai risultati deprimenti dell’amministrazione comunale che ha sostenuto fedelmente, sappiamo che non si è preoccupato dell’indice infimo della differenziata e sappiamo che non ha mai speso una parola per le periferie le frazioni in assoluto degrado e stato di abbandono. Questo lo sappiamo, come sappiamo che è uomo generoso. Nello squallore di un corso che un tempo era centro del commercio cittadino e non solo per gli acesi, in un corso dove le lampadine gialle sono intrise di muffa e decadenza, nel corso delle saracinesche chiuse, proprio, l’ sono spuntati gli alberelli del “mecenate” acese.
Parliamo di Marcello Monaco. Uomo fedele alla bandiera del centrodestra, uomo della maggioranza, capogruppo consiliare PDL fino all’altro ieri, oggi candidato con la solita lista civica. E’ lui il mecenate, il generoso, il brav’uomo che, come babbo natale, regala un sorriso nella perdizione di una città silente e morente.
Grazie Marcello Monaco, grazie davvero per averci umiliati, per averci involontariamente derisi, per averci fatto capire chiaramente a che livello di dibattito politico e culturale siamo arrivati ad Acireale. Davvero un bel gesto il suo intriso di tristezza e di un atteggiamento paternalistico e sotto culturale che raramente si era visto prima. Per uno che si è portato avanti con il cemento regalare alberelli è davvero interessante dal punto di vista psicanalitico. Possiamo anche concederle il fatto che lei non si è reso conto della gravità del suo gesto che invece che essere generoso non può che apparire triste e privo di sensibilità.
Le diamo solo un consiglio. Prima delle elezioni regali una scarpa e l’altra a voto effettuato, Acireale non si vergogna della “dinamica Lauro”. Gli acesi dopo gli alberelli e la fontanella adesso aspettano il prossimo regalo. Un vento di tempesta che sappia spazzare via questa continua umiliazione.
