Il segretario del locale circolo del PD Sebi Leonardi aveva provato a mettere in campo un comitato per il SI al referendum costituzionale che sarebbe dovuto essere ampio e allargato al gruppo che fa riferimento all’on. Nicola D’Agostino. Un paio di telefonate per individuare chi doveva essere il presidente del comitato, un rapido confronto con alcuni esponenti del circolo acese del piddì e poi via verso la costruzione di quello che alcuni tesserati piddini avevano battezzato come il “comitatone”.
Un PD vicino al segretario Leonardi aveva creduto che con questa operazione politica sarebbe stata possibile per raccogliere un numero importante di firme cosa diversa dal banchetto del fine settimana scorso dove, sembra, siano state raccolte poche adesioni. Insomma l’operazione tentata dal segretario Leonardi voleva essere di apertura a quell’area di governo cittadino che avrebbe certamente dato sostanza e numeri per la raccolta delle firme. Così non è stato.
Una quota importante di tesserati al PD cittadino, quello che fa riferimento a Nuccio Leotta e ad Alfredo Spinella avevano dato via libera, seppur con qualche distinguo, al segretario così come una parte del “direttivo” politico del circolo acese. Ultima telefonata del segretario all’on. Raciti e la situazione si complica. L’onorevole Raciti non condivide la scelta e blocca l’iniziativa e l’apertura al segretario regionale del gruppo Sicilia Futura. Sono alleati alla Regione nel sostegno al governo Crocetta ma si dividono a livello locale e così il buon segretario Leonardi fa un passo indietro e tutto ritorna nel silenzio delle stanze del circolo piddino acese.
Al momento, quindi, possiamo contare quattro piddì in un solo circolo. Quello che fa riferimento al segretario (di minoranza), quello che fa riferimento all’on. Raciti (intorno al 15% – 20% con i GD), quello vicino al duo Leotta/Spinella (di maggioranza) e quello dei dissidenti che voteranno NO al referendum abrogativo e che non si trovano rappresentati ne dal segretario e, men che meno, dall’on. Raciti. A queste aree si aggiunge quella del “solco del PD” che, prima o poi, dovrà trovare collocazione nel partito di Renzi. Ovviamente le elezioni amministrative stanno dimostrando chiaramente che il progetto del partito della Nazione non paga e che l’operazione renziana inizia a prendere acqua da tutte le parti e a perdere consensi.
Ad Acireale questo “serial” di un circolo spezzato e logorato da divisioni interne sembra non avere fine. Il segretario Leonardi, secondo fonti attendibili, si dimetterà ad ottobre, le elezioni regionali sono dietro l’angolo e il referendum costituzionale invece di mettere insieme i SI, divide tutti ed è scontro senza esclusione di colpi. Vedremo, quindi, due comitati per il SI, quello del PD acese e quello dei “dagostiniani”, è proprio il caso di dire che il SI divide e il NO al referendum costituzionale unisce aree assai eterogenee dove alcuni difendono l’impianto costituzionale, altri tentano di sferrare il colpo mortale al Matteo nazional popolare.
(mAd)