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domenica, Maggio 5, 2024
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LA COLAZIONE DEI CAMPIONI, di Roberta P.

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La leggenda narra che su due cose basasse la sua esistenza: la cucina, e il tifo per la sua squadra del cuore.
Lavorava nelle cucine di un ristorante all’interno di un hotel rinomato, là dentro era capo chef.
Non sapeva che cosa fosse la concorrenza, poiché tutti preferivano lei e la sua cucina.
Custodiva dei segreti che le avevano valso tutto ciò che possedeva, e ciò che era: era la più brava di tutta la città.
Tanti passavano di là, a volte anche più volte all’anno, soprattutto gente che se lo poteva permettere: attori, cantanti, borghesotti. E sportivi.
Si dice che una volta anche la sua squadra del cuore avesse soggiornato al Dora Hotel, l’Adinterim.
I giocatori avevano saputo di lei e della sua arte, e quando scoprirono inoltre che quel genio di chef seguiva il calcio ed era proprio una loro tifosa, la dirigenza non ci aveva pensato due volte.
Avevano provato le specialità della casa, i piatti più costosi, più prelibati del suo repertorio.
Roba del tipo che furono loro a chiedere a lei foto e autografi.
Durante una sera avevano ripercorso tutte le vittorie calcistiche, dall’inizio dei tempi fino ai nostri giorni. Era riuscita così a coronare il suo secondo sogno: conoscere di persona la squadra.
Era talmente in gamba in quello che faceva, che riuscì a far filare tutto liscio. Anche dopo il giorno in cui venne a sapere che a passare di là, sarebbe stato il nemico per eccellenza dell’Adinterim.
Li aveva accolti con un sorriso sulle labbra. Aveva mostrato loro le proprie cucine, i propri attrezzi del mestiere, e l’intero club e lo staff ne erano rimasti profondamente colpiti.
Poi gli aveva confessato della passione smisurata per il calcio, e per gli avversari, rammentandogli quanto avesse invece preso male la loro ingiusta vittoria durante lo storico derby, rendendoli così di fatto campioni assoluti di quella stagione.
Il giorno dopo la loro permanenza, arrivarono come di consueto nuovi ospiti.
Fu là, che un tipo buffo, basso e calvo, e che faceva il presentatore da anni s’una TV locale, volle conoscere a tutti i costi il segreto del nuovo piatto.
“Allora”, esordì masticando di gusto. “Io li conosco tutti i Suoi piatti. Tutti tranne questo.”
La chef annuì. “Lo so che Lei è uno degli affezionatissimi, Signor Gustavo.”
“Ma non penserà mica di cavarsela così?”, scherzò. “Si è superata! Non ho mai mangiato niente di più buono, neanche qua dentro!”
L’intera sala si elevò in una risata.
“Allora… non è che si potrebbe fare un’eccezione…”, la pregò. “Si può sapere che cosa stiamo mangiando?”
La ragazza dai tratti leggeri e mezzindiani elargì un sorriso. “Il piatto si chiama ‘la colazione dei campioni’, spiegò calma. “A base di pelle, organi, sangue, e carne. Tutto rigorosamente umano.”

I presenti, compreso il Signor Gustavo, rimasero in silenzio per una manciata di secondi, per poi irrompere in una fragorosa risata.
“La chef è anche spiritosa, oltre che divinamente brava in quello che fa”, commentò ilare.
La ragazza lo accompagnò nella risata.
Nessuno seppe mai se quello che aveva detto corrispondesse a verità, o solo a pura invenzione.
L’unico fatto certo fu che il pullman con all’interno l’intera squadra campione della stagione appena passata venne ritrovato quasi un mese dopo su in collina, precipitato in una gola tipo canyon, completamente carbonizzato. I resti al suo interno confermarono l’identità dei giocatori, ma dopo una caduta del genere… nessuno trovò particolarmente strano che alcune parti del corpo risultassero disperse.

#fancityliberinavigatori

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