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La sorella si laurea e l’Università gli nega di entrare con il cane guida.

Andrea La Rosa un bravissimo ragazzo che conosco personalmente da tanti anni e che insieme a lui per un periodo ho condiviso tante iniziative all’interno dell’Associazione 104 Orizzontale Onlus, qualche settimana fa si è ritrovato dover combattere per l’ennesima volta contro l’ignoranza e l’ingiustizia.

Andrea da quando aveva 21 anni è non vedente, oggi 32enne vive la sua vita tra mille attività e interessi, avvalendosi di un meraviglioso cane guida di nome Wilde di 2 anni, che è diventata i suoi occhi.

Il 24 luglio scorso, Andrea, parte da Catania per raggiungere Ragusa e precisamente l’Università Pegaso.
È felice Andrea, perchè quella mattina si deve laureare sua sorella Francesca e lui è tanto orgoglioso di lei, perchè finalmente corona il suo sogno dopo tanti sacrifici e anni di studio.

Ma li attende una brutta sorpresa appena giunti all’ingresso dell’Università, infatti, un cartello dice:”VIETATO L’INGRESSO AI CANI.”
Andrea, cerca di avere spiegazioni dalla guardia giurata che si trova all’ingresso e chiede se il divieto era anche per il suo cane guida, da parte sua la guardia, gli spiega che la regola dell’Università VIETA l’accesso a tutti i tipi di cani e quindi lui poteva usufruire del servizio di accompagnamento fornito dalla stessa, lasciando fuori il cane.

Tutto questo per Andrea è stato un colpo al cuore, lui non vuole essere accompagnato, lui è autonomo con la sua piccola cagnolina “guida” e NON VUOLE essere trattato da diverso, lui e Wilde sono una cosa sola, lei sostituisce i suoi occhi e con lei vicino può fare la qualunque cosa senza l’aiuto di un accompagnatore.

Dalla parte di Andrea c’è la legge n. 34/1974 che cita testualmente: ” Il privo di vista ha diritto di farsi accompagnare dal proprio cane guida nei suoi viaggi, su ogni mezzo di trasporto pubblico senza dover pagare per l’animale alcun biglietto”In seguito quest’ultima è stata modificata con la 60/2006 che cita testualmente: “In materia di accesso dei cani guida dei ciechi sui mezzi di trasporto pubblico e negli esercizi aperti al pubblico”, nello specifico: “I responsabili che gestiscono i trasporti di cui al primo comma e i titolari degli esercizi di cui al secondo comma, che impediscono o ostacolino direttamente o indirettamente, l’accesso ai privi di vista accompagnati dal proprio cane guida, sono soggetti ad una sanzione amministrativa pecuniaria che consiste nel pagamento di una somma da 500 euro a 2.500 euro”.

Il responsabile dell’Università telematica Pegaso, Matteo Burgio, si giustifica dicendo: “Cè stato semplicemente un equivoco; per l’vento si poteva usufruire di un servizio con personale qualificato specifico per l’accompagnamento di ogni persona disabile anziana o per chi avesse anche semplici problemi di deambulazione, di conseguenza non vi sarebbe stato nessun motivo per non fare entrare Andrea col suo cane guida ma forse, l’addetto alla sicurezza che si trovava all’ingresso, vedendo arrivare Andrea col suo cane e sapendo che all’evento quella mattina, sarebbero state presenti circa 7mila persone ha optato per una via secondo lui più sicura, quella che non avrebbe potuto “ipoteticamente” lesionare nessuno, adottando così il divieto del cartello.”

Per tutto quello che è successo, il responsabile Matteo Burgio ha chiesto personalmente scusa ad Andrea.

Le scuse vanno bene, peccato però che ad Andrea gli è stato negato un diritto che a priori lo escludeva a partecipare ad un avvenimento importante quale la laurea di sua sorella e alla sua proclamazione a dottoressa e la cosa più assurda è che quel giorno Francesca, presentava una tesi sulla disabilità visiva e i suoi ausili tra cui pure il cane guida.
Quella mattina di luglio che doveva essere una giornata bellissima per tutta la famiglia, Andrea ha rimarcato un concetto per se stesso e per gli altri non vedenti: ” Non fare entrare un non vedente in qualsiasi luogo solo perchè accompagnato dal proprio cane guida equivale a renderlo cieco una seconda volta”

Andrea, hai tutta la nostra solidarietà!

Graziella Tomarchio

(Foto di Andrea La Rosa)

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