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L’ospedale di Acireale e l’emergenza covid

ACIREALE – L’ondata di contagi sta colpendo la città come mai avvenuto in questi anni di pandemia. E’ ormai noto che la variante omicron appare essere estremamente contagiosa ed è per questo motivo che duecento sindaci hanno chiesto uno slittamento dell’apertura delle scuole. In Sicilia sono tre i giorni che il governo regionale ha deciso di concedere prima dell’apertura degli istituti scolastici.

Oltre alla scuola altro dato che viene preso in forte considerazione è la pressione sugli ospedali e si spera di non arrivare mai al terribile “codice nero” ovvero quando i medici dovranno decidere chi curare per primo e chi, invece, deve aspettare a casa o in corsia. Le notizie che sono giunte dal Cannizzaro di Catania non sono incoraggianti e le dichiarazioni del primario dott. Distefano suonano drammatiche. “Non abbiamo più alcuna postazione disponibile di ossigeno. Rischiamo di non potere più fornire l’assistenza primaria a queste persone”. Situazione difficile anche al Civico e al Cervello di Palermo dove sono state montate delle tensostrutture per il primo soccorso ai pazienti covid. E ad Acireale?

Il 25 ottobre 2020 l’ospedale di Acireale venne convertito in ospedale covid. Seguirono feroci dibattiti e i sindaci, con Alì in testa, del comprensorio si opposero a questa decisione del governo regionale, poi finita l’emergenza l’ospedale acese ha riaperto i reparti e si è tornati alla normalità. Con il ritorno, come mai visto prima, dei contagi, ad Acireale secondo l’ultimo report sono 1.216, si prevede per il nosocomio la possibilità di dedicare un intero reparto ai pazienti covid.

Ecco cosa scrive sulla sua pagina social il sindaco Alì: “La situazione rischia di andare fuori controllo e le scuole rappresentano un luogo di incontro con una popolazione percentualmente poco vaccinata e quindi esposta ad una forte diffusione. Già oggi c’è una carenza di posti letto e molto probabilmente a breve l’ospedale di Acireale dovrà nuovamente ospitare un reparto Covid, resteranno però operativi i reparti attuali”. Poi, sempre il sindaco Alì, fa sapere che “solo la media italiana è superiore alla nostra. Siamo al poco invidiabile secondo posto per soggetti positivi da inizio pandemia. Circa 104 soggetti ogni 1.000 abitanti, 113 il valore complessivo per l’Italia, 95 per la provincia di Catania e 85 per la regione Sicilia. Peggiore è il dato dei nuovi positivi nell’ultima settimana, dove invece il nostro dato è quello più alto”.

Ad Acireale i dati dei contagi sono significativamente alti, quelli dei ricoveri sono ancora limitati (9). Questi numeri ci fanno capire chiaramente che mentre omicron contagia in maniera molto più aggressiva rispetto alle altre varianti fin qui conosciute, allo stesso tempo sembra che i sintomi siano più contenuti ed è questo, di fatto, il risultato che si voleva ottenere con la vaccinazione. La vaccinazione non ferma i contagi ma limita i sintomi e quindi riduce la pressione sugli ospedali e il numero dei decessi. Ed allora ci si chiede come mai gli ospedali sono di nuovo allo stremo? La risposta, secondo quanto riportato da numerose ed attendibili fonti, è in quella percentuale di non vaccinati: tre ricoveri in terapia intensiva su quattro sono infatti riferiti a chi non ha voluto vaccinarsi.

(mAd)

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