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Maligni sospetti e nobili propositi: una nota di Antonio Coniglio

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Maligni sospetti e nobili propositi.

Alla Conferenza dell’Agricoltura che si tenne a Villa Igea, il 9 febbraio 1979, Pio La Torre non esitò a denunciare l’assessorato regionale all’agricoltura di illeciti gravi, additandone il capo, l’andreottiano Giuseppe Aleppo, come colluso alla criminalità organizzata. E in quella occasione, Piersanti Mattarella, che chiuse i lavori con un’ampia relazione, si guardò bene dal difendere il proprio assessore, sconcertando i presenti. Aleppo, qualche mese dopo, venne riconfermato assessore regionale nello stesso governo Mattarella. La politica è una cosa complessa.

Allora il presidente era eletto dall’assemblea e Mattarella dovette cedere agli andreottiani. Mattarella era figlio di Bernardo, ritenuto uno dei mediatori della mafia con gli alleati. Uno dei consulenti di Piersanti, Orlando, attuale sindaco di Palermo, era figlio di un padre considerato alla stregua del Mattarella padre.

I “maligni” dissero allora che Mattarella figlio mascherava con l’antimafia altro. Fatto sta che il suo governo rimuoveva nel 1978 dalla giunta l’assessore ai Lavori Pubblici Rosario Cardillo, repubblicano, ritenuto a capo di un sistema illecito di controllo degli appalti. L’altro consulente di Mattarella, Rino Nicolosi, indagato per fatti connessi alla mafia, presentó in assemblea una riforma degli appalti che di fatto devastava le consorterie, bocciata dal voto segreto del suo stesso partito: la democrazia cristiana. Brusca diceva: “Nicolosi avi i cannarozza rossi: ci l’ama tagghiari”. Andó qualche mese in galera per mafia. Nicolosi era mafioso o un uomo che lottó la mafia?

La Sicilia è poi la terra in cui Falcone, finanche Falcone, venne accusato di aver messo la bomba nella sua villa. Lo stesso Sciascia, che di mafia ne capiva, parló di “professionisti dell’antimafia”. Maligno sentire o altro? Dopo qualche mese saltava in aria a Capaci. Ed oggi i suoi murales riempiono i muri di Sicilia. In passato sono stati piantati centinaia di carrubi: molti non hanno resistito alla crudeltà della terra.

Il punto è capire cosa sia la mafia. Si riduce a commissioni, mandamenti e “squadrioti” o è anche altro? Qual è la differenza tra cosa è giusto e cosa è sbagliato? “Così è se vi pare?”.

Mafia significa poi etimologicamente “avversione alle regole” e noi siamo un popolo di mafiosi. Nobile tradizione della città o meno. Facciamocene una ragione.

Il mio sindaco ed il mio deputato hanno ricevuto rispettivamente una bomba ed una testa di capretto. Anche oggi il maligno sentire insinua sospetti.

Spetterà a forze dell’ordine e magistrati indagare, esplorare le azioni del governo(il fatto e il non concesso), individuare i responsabili. Perché così funziona lo stato di diritto. Oggi come ieri assistiamo a questi fatti sgomenti. Nella terra di Pirandello, di Sciascia, degli onesti, dei disonesti e del maligno sentire. Dell’ipocrisia vittoriana, del vocio e delle mezze parole. Una volta ho partecipato ad un incontro politico. Mi colpirono le parole di un amico navigato: “vedi ci sono sotto lo stesso tetto le vittime della mafia ed il loro carnefici: tutti insieme battono le mani”. Come ai funerali siciliani delle vittime di mafia, in cui le prime file sono rappresentate da gemelli e doppi petti.

Questa è ancora oggi la Sicilia, sia essa Trapani o Acireale. Anche in questo “lunedì dell’angelo”, in cui è difficile distinguere nella notte nera le vacche bianche.

Mi si consenta la chiusa di un fazioso: avanti tutta Roberto e Nicola.

Antonio Coniglio

 

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