Da tre anni gli impegni che mi mi assumo per il Natale mi tengono lontano dal blog di Fancity e dalle mie riflessioni, più o meno gradite, fatte con sincerità e obbiettività.
Leggo il Chiarissimo Preside Prof. Alfonso Sciacca in un suo intervento: “Vorrei tanto trascorrere il Natale nella bella Acireale di un tempo.Dove non c’era ancora, per fortuna, la casa del Babbo Natale. Ma chi è costui? NOn era meglio la casa dei pastori. Di Innaru per esempio accanto alla conca.”
Concordo con il Prof. Sciacca, sarebbe più opportuno, più consono alla nostra cultura, alla nostra tradizione natalizia una casa dei pastori.
Io stesso preferirei indossare i panni “do maravigghiatu da stidda” o “do susi pasturi” che non quelli di Babbo Natale.
Io che ancora rimpiango l’inciminato più del cornetto al chiosco della villa.
Babbo Natale non fa parte della nostra tradizione, non fa parte della tradizione di nessuno: hanno traviato e deformato l’immagine del grande Santo Nicola, protettore dei fanciulli, in un personaggio creato ad arte per la pubblicità della Coca Cola di cui veste i colori della confezione.
La Casa di Babbo Natale, che organizziamo per il terzo anno, non ha una base storica e culturale da noi, gli elfi, le renne volanti… le renne a Jaci!!!
Della mia infanzia di creatura antropomorfe ricordo solo la marabecca, la mammatrau ed il lupo mannaro ( che troppe notti mi perseguitò in sonno), ne elfi ne folletti e neanche scecchi ca abbolunu….
Premessi la mia ortodossia ed il mio attaccamento alla Susanedda e a Innaru, mi corre l’obbligo di dare un senso ai venti giorni l’anno che dedico, con grande sacrificio, al Natale dei bambini acesi.
Il Babbo Natale che ci siamo sperimentati con il buon Sindaco Roberto Barbagallo in questi anni di vacche magre, nasce dall’esigenza di creare attività ludico-ricreativa a costo zero o almeno molto vicina al costo zero.
La prima casa di Babbo Natale è stata messa su con pochi soldi, con l’opera gratuita di Anna Romeo (un Angelo per noi che ci occupiamo del Natale Acese) e degli architetti Diana Merlino e Nicoletta Nicolosi. Con i mobili del Rigattiere in prestito e con le brioscine e le caramelle degli sponsor. Pensavamo ad una cosa carina ed abbiamo calcolato di avere avuto dalle 5.000 alle 7.000 presenze.
Il secondo anno abbiamo mantenuto lo stesso target, abbiamo superato tranquillamente le 8.000 presenze e abbiamo attratto buona parte delle scuole dell’acese, di Catania e di tutta la zona pedemontana vicina.
Siamo al terzo anno, abbiamo voluto fare il salto di qualità, Adele D’Anna ci ha chiesto di visitare tutte le scuole dell’infanzia del nostro Comune. Con Sabrina Renna e Teresa Pizzo tutte le mattine per due settimane ci stiamo dedicando ai più piccoli ( non immaginavo che ad Aci ci fossero tanti picciriddi).
La casa di Babbo Natale di Acireale (chi è costui?), è diventata una realtà importante non solo per il nostro Comune, ma per buona parte della provincia, a causa degli impegni e non possedendo il dono dell’ubiquità, mi fregio di avere due supplenti, non della mia stazza ma con identicà volontà di portare gioia.
Lo stupore dei bambini, la meraviglia (non da stidda), l’emozione, il timore, la dolcezza, la felicità e tutti quei sentimenti che riusciamo a suscitare nei più piccoli non hanno prezzo e non ci fanno pensare neanche lontanamente al marchio registrato della The Coca Cola Company, Atlanta, Georgia, U.S.A.
Venite da noi e con noi per appurarlo.
Ringrazio Gabriella, Giovanna, Seby, Matteo, Angelo, Sabrina, Teresa, Il Sindaco, gli assessori Coniglio e D’Anna, la Giocanimazione, il CdA della Fondazione del Carnevale, Viviana, Annibale, Saro e tutti quelli che collaborano per il Natale ad Acireale.
(santodimauro, dottorziz, babbonatale)
