“Il caso “gettonopoli” in salsa acese è un caso di grande rilevanza politica, un esempio lampante di pessima rappresentazione della funzione pubblica, un sistema collettivo di sperpero di soldi pubblici. Un fatto grave che coinvolge quasi tutto il Consiglio comunale, squalificando sul piano etico la classe politica (profondamente rinnovata) votata dalla città. Non porsi alcun limite a utilizzare la legge, riunendosi – di fatto – solo per assicurarsi il gettone di presenza, è un fatto etico e politico davvero insopportabile. .
Indipendentemente dalla legittimità giuridica delle sedute delle commissioni consiliari, ci chiediamo come si giustifica politicamente una riunione in un agriturismo, fra tacchini e pavoni? Come si giustifica la passeggiata carnascialesca? Come si giustifica un gettone per valutare la Orange Revolution? Come si giustifica la scelta di visionare il presepe napoletano? Come si giustifica una “seduta” durante la venuta del Presidente Crocetta? E gli esempi – imbarazzanti – potrebbero continuare. Come si giustifica che mediamente queste riunioni duravano esattamente, o poco più, il tempo necessario per ottenere il gettone di presenza? Quali risultati mirabolanti hanno prodotto queste 853 commissioni consiliari?
La città deve sapere che, con questo andazzo, il comportamento disinvolto di quasi tutto il Consiglio comunale costerà alla città circa mezzo milione di euro all’anno. Due milioni e mezzo di euro in cinque anni. Un “lusso” che la città non può permettersi, che la città non può e non deve pagare. E’ evidente che si è superata la soglia della decenza. È evidente che non si può rimanere a guardare mentre pochi si giocano le ultime briciole del nostro futuro.
Ringraziamo chi ha portato alla luce questi fatti, sicuri che a mettere alla berlina Acireale, non è chi rende pubblico ciò che deve essere reso pubblico, ma chi, avendo un ruolo pubblico e di rappresentanza, con i propri comportamenti rende ridicola una intera città”.
(Maria Continella portavoce Putia del Bene Comune)