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mercoledì, Maggio 1, 2024
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No future

Nel 1992, con “mani pulite” scompare l’intera classe dirigente italiana e con essa cinque partiti politici evaporano (di fatto) dalla scena politica. DC, PSI, PRI, PLI, PSDI rappresentavano quel “pentapartito” che governava l’Italia senza soluzione di continuità. Con la DC in testa, partito/Stato che decideva governi e primi ministri e che aveva radicamenti fortissimi in tutta la penisola e particolarmente in Sicilia. Sicilia dove la corrente “andreottiana” decideva le sorti dell’isola.
Nel 1992/1993 con il terremoto politico/giudiziario in atto giunse anche la stagione delle bombe. Saltarono in aria i magistrati Falcone e Borsellino i corleonesi piazzarono bombe anche a Roma e Firenze. Momenti difficilissimi per la Repubblica Italiana e grande indignazione popolare.
In questo vuoto di potere irruppe nella scena politica italiana il cavaliere Berlusconi che, forte dei rapporti con il PSI di Craxi e forte di una potenza economica di provenienza imprecisata, si presentò in televisione e lanciò il partito azienda. Gli indignati si fecero convincere e il cavaliere dettò legge e promulgò una quantità di leggi ad personam e editti di espulsione per quei giornalisti non accondiscendenti.
Anni dopo il co-fondatore di Forza Italia Dell’Utri finisce in carcere per questioni di mafia. Lo stesso leader supremo Berlusconi viene coinvolto in numerose vicende giudiziarie. Alcune volte assolto, altre prescritto altre ancora condannato, tant’è che con la legge Severino Berlusconi, ad oggi, non può correre per cariche istituzionali. Berlusconi è, per legge, impresentabile.
In Sicilia prima Cuffaro e poi Lombardo (governatori dell’isola) finiscono entrambi in guai giudiziari così che il primo va in carcere e sconta la pena l’altro, di fatto, esce di scena dal panorama politico. Scompare quell’aggregazione (MPA) che aveva fatto incetta di voti e che aveva mandato tanti uomini al governo dell’isola e di alcune città siciliane.
In questo convulso panorama politico e con la crisi sempre presente si succedono in campo nazionale i governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Tutti parlano di crescita e di risoluzione della crisi ma la Sicilia resta la regione più povera d’Europa, i giovani tornano ad emigrare, il lavoro nero frena la disperazione, le famiglie che prima riuscivano a mettere da parte qualche risparmio sono pieni di debiti.
Un’intera classe politica dagli anni ’90 ad oggi si è succeduta pensando solo a garantire i suoi privilegi e a gestire lo status quo per conto dei poteri forti internazionali (per prima la finanza e la fede iperliberista). Progressivamente le differenze ideologiche tra conservatori e progressisti si annullano almeno per quel che riguarda la politica economica e industriale. Il lavoro diventa così flessibile che ogni diritto è cancellato dallo stato di bisogno, il pareggio di bilancio impone sacrifici mentre continuiamo a scoprire (grazie alla Magistratura e alle forze dell’ordine) che la corruzione cresce, il malaffare impera; fioccano arresti in tutta Italia ed è ogni giorno un bollettino di guerra. Una lotta tra corrotti e Magistratura dove gli spettatori/elettori/cittadini si indignano per poi, nell’urna, continuare a votare sempre la stessa nomenclatura.
In questo schizofrenico panorama italico crescono movimenti che promettono onestà. Prima la Lega di Bossi che invocava la secessione e indicava i meridionali come la causa di tutti i mali, poi, con Salvini, nel mirino sono stati messi i migranti. La Lega abbandona la secessione che, in fin dei conti, era stato il motivo per cui avevano preso numerosi consensi al nord ma che lasciava un vuoto di consensi al sud. Ma i migranti (la lotta tra i poveri) unisce il popolo ignorante italiano ed allora la Lega sposta l’asse, dallo sdegno per i meridionali alla caccia al migrante. Se non scompaiono prima li rivedremo tra qualche anno con un altro asso nella manica, anzi nella pancia, da sventolare agli elettori beoni.
Da qualche anno il Movimento 5 Stelle è il primo partito per consensi in Italia ed anche al sud mantiene percentuali importanti e spesso vincenti. Il giustizialismo, l’onestà come requisito essenziale, la riduzione degli stipendi per i politici, la fedina penale linda. Sono temi importanti o è il populismo del terzo millennio? Mentre negli altri partiti tutto è tollerato basta che si raccolgono consensi, nel M5S si accorgeranno presto che trasformarsi da movimento a partito produce distorsioni e perversioni e non potranno mai garantire che i loro parlamentari e rappresentanti politici siano tutti santi. Il potere è un virus che ammorba le relazioni e che produce bramosia nell’accumulare altro potere; fino alla spasimo e fino alla follia narcisistica.
E’ crisi. Una crisi di valori talmente forte che la rabbia della piazza invece di appassionarmi mi diventa indigeribile e vomitevole. La piazza urlante e rancorosa che sconosce i valori democratici e dello Stato di Diritto, una piazza forcaiola incapace a ragionare. Una massa che si muove come un branco senza guida.
E’ crisi di umanità e i bambini crescono dentro un tessuto culturale e sociale da brividi.

(mAd)

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