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sabato, Maggio 18, 2024
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Parco Valle dell’Aci, la nota del Comitato civico “Terre di Aci”

ParcoArcheologico

Botta e risposta del comitato civico “Terre di Aci” a seguito del documento firmato dai sindaci di Acireale,Aci Castello,Aci Catena e Aci S’Antonio.
Di seguito la nota integrale:

 

Leggiamo con stupore misto a sorpresa il documento firmato da alcuni dei Sindaci dei comuni interessati dal Parco Valle dell’Aci attraverso il quale si richiede la modifica della Convenzione stipulata tra la Soprintendenza di Catania e l’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Cnr. Di Catania. È del tutto evidente che i Sindaci non hanno seguito l’iter di istituzione del Parco, né conoscono il contenuto della Convenzione che essi ora intendono modificare.
La convenzione tra la Soprintendenza di Catania e l’Ibam-Cnr, già autorizzata dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali, ha come oggetto lo sviluppo di un importante progetto di ricerca multidisciplinare che consente di avviare un programma di attività per la realizzazione di approfondite indagini scientifiche su base territoriale finalizzate alla conoscenza completa del patrimonio archeologico, architettonico e monumentale dell’area. Il progetto, in particolare, prevede la realizzazione di un’ampia e accurata ricognizione archeologica indirizzata all’identificazione di nuove evidenze che permettano di articolare una ricostruzione dell’evoluzione diacronica del territorio del Parco. Insomma, un progetto di ricerca applicata al paesaggio, nella sua visione complessiva.
La convenzione con il suo profilo innovativo è una chiara dimostrazione delle potenzialità ancora inespresse dell’area, dopo una frammentazione ed un parcellizzazione dei dati sinora poco noti alla comunità scientifica internazionale, tanto da aver richiamato l’attenzione di un prestigioso istituto di ricerca nazionale con sede in Sicilia e che, con team specializzati di ricercatori, opera con l’esclusiva missione di conoscere e far conoscere il territorio (e le relative emergenze).
E’ del tutto evidente che una siffatta convenzione, così come è stata concepita e così come normalmente avviene nella interazione tra chi fa ricerca e chi fa tutela, per essere produttiva e soprattutto libera da condizionamenti esterni, deve essere libera da parti che provengono dal mondo della politica che potrebbero alterare per soddisfare specifici interessi le esigenze di tutela di aree notoriamente interessate da logiche speculative i cui effetti devastanti sono sotto gli occhi di tutti. Al contrario, sarebbe quanto mai opportuno, invece, che i comuni attivassero finalmente con efficacia le proprie prerogative in materia di controllo del territorio piuttosto che autoproporsi per attività di ricerca sulle quali non possiedono nessuna specifica competenza. Così come, altro importante ruolo che i comuni dovrebbe svolgere è quello di assumere ogni iniziativa per l’istituzione del Parco, il cui iter è in avanzato stato di progressione essendo già stata svolta nel 2012 la fase di partecipazione dei comuni prevista dalla legge ai fini dell’istituzione del Parco. In quell’occasione i comuni hanno prodotto delle osservazioni di cui la Soprintendenza ha tenuto conto nella redazione della proposta definitiva di perimetrazione.
Posto, dunque, che l’attività di ricerca così come è stata concordata tra le due parti, cioè Soprintendenza e Cnr, non può soggiacere a logiche burocratiche e localistiche che rischiano di rallentare o addirittura comprometterne la realizzazione, è evidente che i Comuni, l’associazionismo, le forze sociali ed economiche devono essere, invece, ampiamente coinvolti nella successiva fase di ricezione dei risultati raggiunti e, dunque, di valorizzazione e fruizione delle evidenze e delle peculiarità segnalate.
Peraltro, pur rallegrandoci per il rinnovato e improvviso interesse dei comuni, bisogna ricordare che l’iter per la re-istituzione del Parco è stato intrapreso grazie all’iniziativa del Comitato civico terre di Aci e degli assessori regionali Sgarlata, Furnari e Purpura.
Ci auspichiamo che la politica locale, e in particolare il Sindaco di Acireale – che finalmente si è accorto dell’esistenza del Parco dopo averlo ignorato nel proprio programma elettorale – capisca che non è interferendo su un importante progetto di ricerca (finora a costo zero per i comuni) che si favorisce la valorizzazione di un’area fondamentale per l’identità culturale del territorio. Lasciamo, dunque, tutti liberi le due Istituzioni che lavoreranno nei prossimi anni per le loro attività di conoscenza del territorio e attendiamo fiduciosi i risultati che essi ci permetteranno di vedere e, anzi, provino i Sindaci promotori a sostenere finanziariamente l’iniziativa.
È necessario, invece, creare ora un clima di proficua collaborazione con tutte le forze politiche e culturali, per dialogare sia con i livelli di governo superiori, sia per coinvolgere pienamente gli enti pubblici preposti alla tutela e quelli specializzati nella ricerca sui beni culturali. Tale risultato può arrivare solo se la politica ha l’intelligenza di non invadere sfere che non le competono come quelle della ricerca scientifica, e se promuove invece una visione strategica non provincialistica in grado di ispirarsi ai più avanzati modelli di gestione dei beni culturali.
In questo spirito propositivo abbiamo organizzato la partecipata iniziativa di Martedi 27 Gennaio ospitata nella sede del Liceo Classico Gulli e Pennisi di Acireale, in occasione della quale è stato illustrato alla presenza di due Assessori regionali il programma di ricerca ed è stata data notizia di una ulteriore convenzione stipulata tra Ibam-Cnr, Soprintendenza e lo stesso Liceo Classico, virtuosa conseguenza del primo accordo e finalizzata all’attivazione di un corso di studi orientato ai beni culturali con forte ricadute sul territorio. Risultati che sono stati conseguiti a fari spenti e senza clamore e che devono essere condivisi dalla comunità piuttosto che diventare oggetto di polemiche inutili e strumentali.

Il portavoce del Comitato civico Terre di Aci Mario Patanè

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