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PICCOLA RIFLESSIONE A MARGINE SULLA NOTTE NAZIONALE DEL LICEO CLASSICO

ACIREALE – Quella che è andata in venerdì sera al Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale è stata una serata di Cultura con la C maiuscola, ovvero di una cultura che ha scandagliato, attraverso la tematica del viaggio, i più variegati aspetti del sapere.

C’era chi leggeva drammatizzando un monologo tratto dall’Ulisse di James Joyce (all’interno di una simpatica rappresentazione che metteva a confronto, anzi, sotto processo, i vari Ulisse che si sono succeduti nella storia), chi suonava e cantava in giro o in aula magna Creep dei Radiohead o Zombie dei Cramberries, chi declamava in francese, chi ballava o praticava Joga accompagnato dalla melodia dell’arpa che intonava Alleluja di Leonard Cohen e anche chi ti faceva degustare dei cibi di derivazione classica. E sto citando solo una piccola parte delle attività presentate!
Insomma, si è assistito all’intero coinvolgimento di tutti gli attori scolastici: dagli insegnanti, agli alunni, al personale ATA che hanno dato vita ad uno spettacolo veramente emozionante.

Vedere questi ragazzi, i nostri figli, così coinvolti e interessati, lontani da quel mondo virtuale dal quale sempre più spesso pare non vogliano mai staccarsi, tanto da portar noi adulti ad etichettarli come “generazione apatica, priva di interessi, spesso lontana dalla realtà”, è stato, a mio avviso la scoperta più piacevole della serata. Altro che “Sdraiati”, come li avrebbe definiti il giornalista Michele Serra, venerdì sera c’era tanta bella gioventù ebbra di vita, che si divertiva e che ci ha mostrato quanta sete di esperienze e conoscenze abbia, quanto desideri soltanto essere trascinata, interessata, coinvolta, pronta ad innamorarsi di qualunque cosa, di un’idea, di un’emozione, purché si innamori. E la scuola, quella che non ha bisogno di essere definita “buona”, questo se vuole e quando vuole lo sa fare!

I ragazzi del Gulli e Pennisi, attraverso un lavoro attento da parte dei loro insegnanti, ci hanno insegnato innanzi tutto che noi siamo i depositari della cultura classica (abitiamo sul mito di Aci e Galatea, caspita, non lo dimentichiamo!) e della suddetta cultura dobbiamo essere orgogliosi. La notte nazionale, per l’appunto, si è conclusa e si conclude sempre e soltanto con la lettura drammatizzata – in contemporanea con gli altri 400 licei classici d’Italia che di anno in anno hanno deciso di condividere la geniale intuizione del professore Rocco Schembra del Gulli e Pennisi- di un’opera greca (quest’anno l’inno pseidomerico A Selene), proprio perché lo studio di questa disciplina contraddistingue proprio questo liceo da tutti gli altri.

Allo stesso tempo, tuttavia, questi ragazzi ci hanno mostrato tutto il loro potenziale talvolta inespresso, che chiede soltanto di poter venire fuori. Loro sono la parte più bella e sana della mostra società, che va “coltivata”alla conoscenza, ma anche al bello e alla capacità di emozionarsi attraverso qualunque forma d’arte. Solo così potremo sperare in una società migliore!

(Valeria Musmeci)

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