Nel 1595 l’incarico di Capitano Giustiziere era ricoperto da Giuseppe Milanese , inviso alla cittadinanza perché in combutta con i ladri facinorosi della campagna e autore di frodi e rapine commesse nell’esercizio del proprio ufficio. Intanto la citta continuamente minacciata dai ladri i quali , resi baldanzosi per gli accordi segreti col Capitano Giustiziere ,” intravano di notti et di giorno in essa cita senza timore alcuno, ammazzando homini et commettendo infiniti cattivazioni et delitti” , bisogno” che il municipio si adoperasse a togliere di mezzo il perfido e sleale Milanese, causa precipua di tanto male e di altre vessazioni e soverchierie commesse i danno dei cittadini. Fu quindi inviato alla R. Gran Corte in Palermo il sindaco Giuseppe Musmeci, che a nome del comune, presento’ querela e ottenne l’inchiesta del Capitano D’armi D.R Vincenzo Ferrarotto, il quale venuto in Aci con due algozirii , Leonardo Patti e Angelo Brochia, verifico’ i fatti e destitui il Milanese. In quest’occasione il municipio pago’ onze 38 d’indennita’ al R. Commissario Ferrarotto ; onze 22 tari’ 23 e grana 8 al sindaco Musmeci, e onze 12 di stipendio ordinario al D.R Giacomo Cavallaro , avvocato del comune, per servizi insigni prestati in tale circostanza. (Aci nel secolo XVI – Can. Raciti Romeo)