Prima della riforma liturgica la Pasqua di Resurrezione veniva annunziata il sabato a mezzogiorno, era usanza nei vari quartieri organizzare il lieto evento in modo caratteristico. Il prof. Leotta nel suo libro “Lire 12,50” ci descrive “a Loria” celebrata dai ragazzi del quartiere dei “morti” nell’aprile 1945. La guerra era finita in Italia , i tedeschi firmavano la resa, già si pensava a far risorgere il paese dalle rovine materiali e morali.
Il sabato di Pasqua del 1945 si riprese una tradizione tristemente interrotta dalla guerra: ” A Loria” . Gia’ nei giorni precedenti i ragazzi piu grandi avevano raccolto e ben custodito, per evitare razzie da parte di qualche quartiere vicino, pentole ,rinali vecchi e rottami di ogni genere atti a creare rumore. L’appuntamento era a mezzogiorno sul sagrato della Chiesa (e Morti), subito dopo la funzione in Chiesa. Il Parroco che teneva un’abbondante raccolta di campane e campanelli
di tutte le misure le distribuiva a noi ragazzi. Nel cuore del quartiere , al centro della piazza ( a chiazza e morti) i più quotati imbracciavano nodosi bastoni di legno pronti a percuotere la catasta di rottami e creare un assordante frastuono. Sul Campanile, il sagrestano e alcuni fedelissimi. Nel silenzio di attesa, si aspettava il segnale dalla Chiesa Cattedrale. Poi, tutti giù a iniziare frastuono indescrivibile che era segno di gioia e di festa nel nome di Cristo Risorto. ” A Loria” , la Gloria del Risorto doveva durare almeno un abbondante quarto d’ora e subito seguivano gli abbracci e i baci perchè il Signore aveva vinto la morte e portava resurrezione e vita. E la Pasqua del 1945 portò veramente vita nuova.
Nei quartieri la Pasqua era propizia per far fare la pace alle commari e in genere agli abitanti dei quartieri che erano “sciariati”.
Foto particolare della Resurrezione, Basilica di san Sebastiano – Paolo Vasta 1737 – 1738
(dal Libro “LIRE 12.50 di Nino Leotta)
