La presenza nelle città delle Milizie spagnole era reputata un vero flagello, i cittadini erano obbligati a mantenerle e a subirne le violenze e le rapine. Gli eccessi consumati in Aci nel marzo 1575 dalla compagnia spagnola del presidio, in occasione del cambiamento della guarnigione, ne rendono testimonianza. Infatti non solo i soldati negano ai padroni il fitto delle case e dei letti, secondo la tassa stabilita dal governo; ma svaligiarono completamente le abitazioni e la caserma, facendo bagaglio di quante provvisioni, masserizie e mobilia venne loro in mano. E quasi ciò fosse poco, rubarono le bestie da soma e anche un cavallo che, come si riseppe, fu annegato nel fiume Giaretta con grave danno di un povero vetturale. Il Municipio il 15 marzo si querelò per questo i fatti presso la Regia Corte e il 24 si ebbe dal Vicerè Aragona una cortese risposta con promessa di compensare i cittadini del danno sofferto. Questa disposizione però rimase per un triennio in sospeso e venne rinnovata il 13 novembre 1578 dal Vicerè Marcantonio Colonna, non si conosce l’esito della faccenda
Aci nel secolo XVI – Can Raciti Romeo