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Piccola storia di Jaci – Si elimina la “Tranvia”,1934

Si e’  scritto, in questi giorni, in maniera nostalgica della Tranvia che dal 1916 al 1934 ha collegato Acireale al centro di Catania, in un articolo di Alfio Fichera pubblicato sul giornale catanese “Il Popolo di Sicilia” scrisse sull’ eliminazione della tratta,  accolta dalla popolazione in modo positivo.

Estremo vale

Delle rumorose ed esasperanti vetture non è rimasto che un poco gradito ricordo. Le veloci automobili le hanno sostituite e a quel che pare il pubblico che viaggia è contento e soddisfatto.

Ormai da circa un mese sono mezzo di comunicazione rapido che unisce le città sorelle, e lamentele degne di rilievo non ne abbiamo sentite. Rimangono, a ricordarci del tempo che fu, i binari e i fili delle condutture elettriche e ci auguriamo che vengano rimossi al più presto per l’estetica e la sicurezza delle nostre strade. pensare che i tranvai della “Galatea”  costituirono argomento di diatribe fra i partiti che una volta si contendevano il potere!.

Ognuno di essi voleva attribuirsi la paternità della linea tranviaria e ci furono tante penne di pavone che servirono a vestire modeste cornacchie, inchiostro fu speso per sostenere paternità legittime e illegittime, perchè allora ogni argomento giusto o sbagliato era utile per tirare acqua al proprio mulino, acqua non sempre pulita che spesso si dava da bere metaforicamente ai proverbiali gonzi.

Quando la linea tranviaria fu inaugurata, la guerra mondiale insanguinava l’Europa e la vettura inaugurale che era pavesata con  i colori nostri e con quelli dell’eroico Belgio fu accolta dalle autorità cittadine al suono della “Brabançonne” che sollevò applausi commossi dal pubblico che leggeva in quei giorni le gesta di quel popolo che si immolava per la libertà e per l’onore.

Ci furono per l’occasione polemiche fra i giornali locali, polemiche acri e stizzose e miseriole di una politica ormai sorpassata nel regno dell’oblio.

Il nostro Comune pagava annualmente un modesto contributo alla “Galatea” ed aveva per aveva per aggiunta l’onere della manutenzione del tratto di pavimentazione stradale compresa tra le rotaie.

Ma dire soltanto male della defunta linea tranviaria sarebbe ingiustizia.

Fu un mezzo di comunicazione popolar, utilizzato da ricchi e poveri, utilissimo quando si trattava di trasportare grandi masse , come in ricorrenze speciali e festeggiamenti, e sopratutto comodo per speciali categorie di operai.

Nell’immediato dopoguerra le vetture passarono attraverso eroiche prove. Risentivano allora del lungo abbandono e della mancata manutenzione.

In ogni corsa saltavano le valvole e si assisteva spesso allo spettacolo di vederle sostituire con ripieghi di fortuna, come pezzi di fil di ferro, forcine da capelli, rottami metallici, ecc. ecc. 

Vi furono anche due scontri con feriti gravi e leggeri. Le gazzette spesso si occupavano del servizio non sempre soddisfacente, ma in complesso possiamo salutare le vecchie vetture rumorose senza rancore, sebbene senza rimpianti. 

Ormai era tempo che l’automobile sostituisse le vetuste e monumentali cassapanche.

articolo del dott. Alfio Fichera pubblicato sul “Popolo di Sicilia” , 30 settembre 1934

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