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STORIE DI CANZONI Premiata Forneria Marconi – “Impressioni di Settembre”

Negli anni 60 il pop e il rock hanno vissuto un periodo esaltante non solo negli States e in Inghilterra, ma anche in Italia con la presenza di numerosi “complessi” (allora i gruppi venivano chiamati così) che traendo spunto dai grandi artisti internazionali, cercavano di sdoganare la musica leggera cercando forme musicali più moderne. Tra questi gruppi ce n’era uno che emergeva per la qualità tecnica dei suoi strumentisti: si chiamavano Quelli e la formazione comprendeva il batterista Franz Di Cioccio, il chitarrista Franco Mussida, il tastierista Flavio Premoli, il bassista Giorgio “Fico” Piazza e, strano ma vero, il cantante Teo Teocoli che quasi subito abbandonerà la band. I Quelli si fanno notare come eccellenti musicisti da studio e suonano per Mina, Lucio Battisti e Fabrizio De Andrè fino al momento in cui avvertono il bisogno di realizzare qualcosa di personale incantati dalla neonata musica rock progressive. Cambiano nome in Krel e dopo la pubblicazione di un paio di 45 giri di poco conto, conoscono una persona che risulterà fondamentale per la loro carriera, il violinista e flautista Mauro Pagani, ovvero il musicista ideale per avvicinarsi sempre più alle sonorità progressive seguendo il filone di band quali King Crimson, Genesis e Jethro Tull. Mal sostenuti dalla loro casa discografica, i ragazzi decidono di unirsi all’etichetta indipendente Numero Uno da poco fondata da Mogol e Battisti, e il gruppo decide anche di cambiare nome; ispirandosi a una forneria frequentata da Mauro Pagani, scelgono di chiamarsi Premiata Forneria Marconi, spesso abbreviata in PFM. Inizia così il prestigioso percorso della più famosa progressive band italiana.
“Impressioni di settembre”, pubblicata nel 1971, è uscita di getto, inaspettatamente e al momento giusto. Grazie a una geniale intuizione di Franco Mussida, era la prima canzone che non aveva il classico ritornello, o meglio, il ritornello c’era, ma era suonato e non cantato. I musicisti della PFM si resero subito conto che quell’inciso era preziosissimo, ma allo stesso tempo non riuscivano a trovare lo strumento più adatto ad esaltarne pienamente la bellezza. Provarono con il flauto e poi con la chitarra, ma giudicarono insoddisfacente il risultato e non volevano rischiare di mortificare un ritornello di così rara potenza.
Lo strumento adatto si materializzò grazie al brano “Lucky Man”,ultima traccia di un album che la PFM aveva da poco ascoltato, l’album d’esordio del trio inglese progressive Emerson Lake & Palmer.

Era uno strumento dalle sonorità nuove, un mix tra tastiere e fiati con le note modulabili, un “aggeggio” duttile e capace di creare tutte le atmosfere possibili, una variegata tavolozza ricca di colori musicali. I ragazzi della PFM si informarono subito e scoprirono che la ditta Monzino era l’importatrice di questo nuovo strumento: il Moog. Lo strumento prende il nome dal suo inventore ed è una piccola tastiera dotata di tre oscillatori capaci di generare delle onde musicali da miscelare insieme. “Giocando” con manopole e cursori, si può creare un suono del tutto personale.

La PFM allora raggiunse il signor Monzino presso una mostra di strumenti musicali e con piacevole sorpresa, si accorse che quest’ultimo teneva con sé il secondo esemplare di moog (il primo lo possedeva Keith Emerson, tastierista di Emerson Lake & Palmer). I ragazzi guardarono estasiati il Moog dei loro sogni e chiesero a Monzino quanto costasse. Costava tanto, troppo. La delusione fu palpabile, ma solo per un istante. “Guardi Monzino, noi pensiamo che questo strumento potrebbe veramente dare una svolta alla musica italiana. Ce lo dia e ne venderà almeno dieci”. Monzino accettò. Il disco venne pubblicato ed ebbe un successo pazzesco: un suono innovativo e originale che portò la PFM a un successo che varcò anche i confini nazionali.
Il testo della canzone è scritto da Mogol, ed è un racconto sereno e realistico (la rugiada, il cavallo) di ciò che vede uscendo di casa al mattino. Il contrasto tra il testo minimale e il suono potente del Moog, determina un effetto unico e suggestivo tale da rendere “Impressioni di Settembre” una pietra miliare della musica italiana.

Immagine: Il Moog della PFM

Luigi Pennisi

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