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venerdì, Maggio 17, 2024
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Tempo di dividersi.

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Ora basta, la convivenza con una quota di “personaggi” che producono involuzione non è più possibile. E’ tempo di dividersi, spaccare la città, scegliere da che parte stare e farlo con convinzione.

I cittadini acesi che usano l’automobile solo per spostamenti fuori dal centro cittadino, quei cittadini che non buttano una carta a terra, che si portano dietro un miniposacenere per non lasciare le cicche ovunque, che differenziano la spazzatura a casa malgrado i disservizi e i cassonetti stracolmi e l’assenza dell’isola ecologica, quei cittadini che rispettano le norme del vivere civile devono, subito, alzare la voce e richiedere vivibilità. Richieste che sono necessità per le città che vogliono chiamarsi civili.

Dando uno sguardo alle modalità di convivenza ci accorgiamo che strati (sempre più minoritari) di “talebani” dell’inciviltà devono essere spazzati via con “l’imposizione del bello”, con la crescita culturale, con meccanismi virtuosi che l’amministrazione deve mettere in campo senza timori e senza pensare ai consensi.

La convivenza con la grettezza, con l’incultura, con la sciatteria, con un management assurdo e impreparato, con gli urlatori nostalgici, con i dipendenti da piombo, con piccoli imprenditori impreparati e poco coscienti delle regole del mercato, non è più praticabile. Si deve rivoluzionare il “sistema acitano” quel modus vivendi dove tutto è possibile, dove la multa è sostituita dal fischietto, dove ogni cosa è lecita, ogni vendita in ogni angolo di strada, ogni modalità ai limiti del lecito ed anche oltre deve essere stroncata in nome della civile convivenza.

Acireale piegata sulle ginocchia paga il prezzo imposto dalla sottocultura di classi sociali che sono l’esempio eclatante della restaurazione, che sono l’esempio viscido del mantenimento dello status quo, sono gli stessi che fingono interesse ma che poi a scadenza quinquennale porgono delicatamente e fedelmente il deretano al potente di turno. Gente senza ideali, senza sogni, senza comprensione per il bello, incapaci di percepire la bellezza della natura, insensibili davanti al degrado, sempre pronti a scaraventare ogni cosa dal finestrino dell’auto in corsa. Una rivoluzione civile, una rivolta sana è necessità ed è tempo che avvenga.

Quando le distanze sono siderali tentare di accorciarle è esercizio inutile e dispendioso. Liberare Acireale dai clients, dalla “rizzetta”, dall’inciviltà è priorità assoluta ora che tutte le vocazioni e tutti i riferimenti economici sono spariti dall’orizzonte per colpa di una classe dirigente incapace e collusa e per merito di cittadini disattenti e accondiscendenti.

E’ tempo di dividersi, tempo di rivoluzione, tempo di riprendersi la città e consegnarla più bella ai nostri figli, ai giovani, a tutti quei cittadini gentili, civili e stanchi di aspettare.

(mAd)

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