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martedì, Maggio 7, 2024
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Terme, degrado, svendita e l’insopportabile silenzio della politica

terme-di-acireale-gdf-2“Sistemate via Caronia”, “piano d’Api è al buio”, “manca la lampadina, assessore cosa stiamo facendo?'”. Al consiglio comunale la grande “Saga del quartierino” va in onda con puntualità per due volte la settimana, una soap opera debilitante per quei neuroni che si ostinano ancora a cercare di capire quali riferimenti politici e culturali si trovano nel pentolone del civico consesso acese. Un pentolone ricco di varietà: dai neofiti confusi ai veterani convulsi e poi “rizzettati”, portatori d’acqua e gente con il caf. Nella pentola del consiglio comunale bolle il nulla aromatizzato dalla formula, sempre verde, dell’inciucismo totale.

In questo clima fatto di niente sguazza bene e senza controllo politico l’amministrazione comunale che con una modalità autoreferenziale tipica di chi conosce bene chi sono gli interlocutori e che può permettersi il lusso di far finta di dimenticare che ad Acirele incombe l’ultima triste puntata delle Terme di Acireale.

Lo stabilimento termale, un argomento obsoleto, qualcosa che  con intelligenza e capacità, si è riusciti a far passare come un non problema, un concetto che è andato perduto dalla memoria collettiva, rimosso, dimenticato e fatto marcire in silenzio. Come quei poveri vecchi che vengono lasciati nell’ospizio e lì dimenticati fino alla morte. Insomma una questione insopportabile, qualcosa su cui è meglio lasciar lavorare il tempo. Quel tic tac costante che produce e realizza, di fatto, il piano mai nascosto di portare alla morte delle Terme, una morte lenta e inesorabile.

L’hotel Excelsior e il centro polifunzionale vanno all’asta ma al consiglio comunale non abbiamo sentito una sola parola, le Terme ancora chiuse (dopo il beak di tre anni per cause che accerterà la Magistratura) e ad oggi nessuna dichiarazione del sindaco Barbagallo, nessuna dichiarazione degli onorevoli Raciti e Catanoso, nessuna dichiarazione dell’on. D’Agostino. Il buio totale cala sulla questione e, piano piano, ci abitueremo a considerare le Terme come qualcosa che va rimosso dall’immaginario collettivo, un bene pubblico che prima lo diamo agli affaristi e meglio è.  Una vicenda importante quella che colpisce le Terme, una vicenda che sa tanto di fallimento della politica regionale ma che sconforta per il silenzio della politica amministrativa, quel silenzio colpevole che non potrà mai essere compreso e giustificato.

Al consiglio comunale continuano a giocare con le lampadine da sostituire, l’opposizione inesistente, una maggioranza di neofiti davvero inquietante e un coro di urlatori senili che, di volta in volta, è comico e drammatico allo stesso tempo. Mai visto un ceto politico così insignificante, mai vista una dirigenza politica così distratta e disinteressata al bene comune. Ieri con la distruzione della Pozzillo e oggi con il sienzio sulla vicenda Terme si perpetua un regime di incapaci che fa tremare le vene ai polsi.

(mAd)

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