lunedì, Aprile 29, 2024
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TIM rusicalora, Stato pure

Io ce l’ho con gente come Rosario Treffiletti, che è buona a stare costantemente in televisione (e ogni  volta che la  vedi non fai male a pensare che fioccano parecchi euro : bel mestiere fare l’ospite fisso, vorrei farlo anch’io!) ma sul territorio, almeno il nostro, è assente quanto a difendere gli interessi genuini dei consumatori, minacciati più che mai da attacchi concentrici di TIM, Stato, banche, strutture ordinistiche, etc.

Prendiamo due magagne, la prima della TIM, che si rivela, con calzantissimo aggettivo siciliano, ‘rusicalora’, cioè rosicchiatrice. Di che?   Delle esauste paghe degli strati medio- poveri del popolo italiano. Marx, il grande pensatore del secondo Ottocento, avrà  anche commesso errori di valutazione e ha quindi parti caduche del suo pensiero, ma non sbagliava affatto quando scriveva  che è il massimo, e non il medio profitto che interessa  alle aziende monopolistiche. Da ottenere con ogni mezzo, aggiungiamo, anche con  meschinità che non ci si attenderebbe da chi ha una tradizione da difendere, sia pur protetta, blindata  dallo Stato.  Andiamo ai fatti: la TIM  d’improvviso,  l’inverno passato,  ci ha costretti a pagare la bolletta del telefono fisso ogni mese anziché  ogni bimestre.   Con altrettanta fulmineità  è da un mese  nuovamente passata  alla formula bimestrale, però ridotta a quattro settimane per mese. In questa doppia mossa alcuni euro  restano intrappolati  nelle sue insaziabili fauci.  Tutto questo  senza  che il governo  giustifichi, almeno, l’opportunità (!?) di provvedimenti  del  genere.

Lo Stato, dal canto suo, con il senatore a vita Monti, perseguita il risparmio dei cittadini e ha introdotto, dai tempi del sullodato presidente (quello che aveva come ministro la Fornero) , sui depositi superiori a cinquemila euro, un’imposta di bollo di trentasei   euro annui , che accompagnati ai tassi d’interesse ridicoli (zero sui conti correnti) significano rinunciare al risparmio e mettere quel po’ che si ha a disposizione dei ladri (quelli tradizionali, quelli biblici).

Sono una miriade le magagne da stigmatizzare, ulteriore esempio  la sottrazione della moneta cartacea dal libero movimento : in molti uffici, sottovoce, ti dicono che non vengono riforniti di banconote da cento e passa euro, nonostante queste siano legalmente in circolazione…

Auspico che sorgano anche da noi associazioni genuine di consumatori e i media facciano la loro parte.

(Ivan Castrogiovanni)

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