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Tromba d’aria del 5 nov. 2014, una cronaca annunciata. Tempi lunghi e più costi per la collettività

palavolcan-plastica-pioggiaDopo quasi un anno dalla tromba d’aria del 5novembre 2014 ancora non iniziano i lavori per il recupero delle strutture pubbliche danneggiate (teatro Maugeri e Plavolcan) e per i cittadini che hanno subito gravi danni. Acesi che hanno dovuto (chi ha potuto) pagare di tasca loro la sistemazione delle case. Stesso discorso per i marciapiedi di corso Italia e per tanti alberi che sono stati divelti dal vento del 5 novembre.

Il Palavolcan, unica struttura sportiva pubblica al chiuso, aveva subito danni al tetto e la rottura di alcune vetrate. Un primo preventivo di spesa si aggirava intorno ai settantamila euro ma, come sempre, ogni cosa lasciata per anni a subire le intemperie non può che continuare a degradarsi. Lo avevamo capito mesi fa e alcuni cittadini manifestarono il loro disappunto proprio al fine di accelerare i tempi per il recupero della struttura sportiva. Ma niente. Il tempo è passato inesorabile e la stima dei fondi necessari per sistemare la struttura sono lievitati fino a sfiorare il mezzo milione di euro.

L’incontro della giunta regionale siciliana nei locali della protezione civile acese, subito dopo l’evento catastrofico, decretò lo stato di emergenza e successivamente in conferenza stampa gli onorevoli D’Agostino e Foti annunciarono l’erogazione da parte della Regione di tre milioni di euro per la città di Acireale. Da quel giorno sono passati tanti mesi e tanto tempo è andato via senza un progetto, senza una reale stima dei costi e senza gara d’appalto per poi eseguire i lavori.

In Italia di questi casi ne possiamo contare centinaia e sempre si gioca al rimbalzo delle responsabilità. Poi, accade sempre, la politica passa il cerino alla burocrazia che con tempi siderali compie i passi necessari. E passano i mesi e lievitano i costi. Cosi che la domanda è sempre la stessa, ovvero perchè la politica e la burocrazia fa pagare costi enormi alla collettività? Perchè una struttura se recuperata in tempo costa settantamila e dopo un anno vola fino ad oltre 400 mila euro? Chi paga l’inefficienza della politica e della burocrazia?

Siamo noi cittadini a farne le spese sia in termini reali (aumento dei costi) sia in termine di “esproprio” di una struttura che per la città, povera d’impianti, era ed è una necessità ed un’urgenza.

La considerazione amara, purtroppo, è sempre la stessa. Una banda di incapaci e di inetti guida la nostra bella isola e non riusciamo ancora a vedere la luce in fondo al tunnel. Infine, per non dimenticare, ringraziamo gli onorevoli acesi Raciti e Catanoso che sono riusciti a non far includere da parte del governo nazionale  Acireale tra i luoghi che dovevano accedere ai fondi per le emergenze. Grazie ai politici, grazie alla burocrazia per averci, ancora una volta, costretti a pagare cifre enormi per la loro incapacità e un devastante colpevole silenzio.

(mAd)

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