İstanbul escort bayan sivas escort samsun escort bayan sakarya escort Muğla escort Mersin escort Escort malatya Escort konya Kocaeli Escort Kayseri Escort izmir escort bayan hatay bayan escort antep Escort bayan eskişehir escort bayan erzurum escort bayan elazığ escort diyarbakır escort escort bayan Çanakkale Bursa Escort bayan Balıkesir escort aydın Escort Antalya Escort ankara bayan escort Adana Escort bayan

mercoledì, Maggio 1, 2024
Google search engine
HomeNewsUNA ROSA CON TANTI PETALI di Salotto del Ciclismo

UNA ROSA CON TANTI PETALI di Salotto del Ciclismo

giro d'italiaCi siamo. La lunga attesa per la corsa dell’anno è finita. Sabato il Tour si avvierà da Utrecht per una edizione che si prospetta molto interessante, bel oltre i soliti entusiastici proclami. Lo sarà per diversi motivi. A cominciare dal percorso e dalle novità che propone. Non voglio dilungarmi oltre quanto già fatto nel post di commento dello scorso autunno dopo la presentazione di questa edizione, ma è chiaro che la presenza di pochi chilometri a cronometro rappresenta una innovazione che va vista con occhio benevolo. Anche contro il giudizio severo dei tradizionalisti vetustamente aggrappati alle prove della verità. Da tempo sostengo che le cronometro nei GT vanno ridimensionate o addirittura eliminate. Rappresentano un’anomalia brutale che ha sempre avvantaggiato chi è avvezzo a questo tipo di esercizio tecnico assai specialistico, generando un improbabile confronto con gli scalatori che invece sono stati sempre costretti a battersi contro un nugolo di avversari. L’impatto decisivo di tanti chilometri a cronometro si è visto anche nell’ultimo Giro d’Italia a Valdobbiadene, al termine della tappa che ha di fatto consegnato la corsa a Contador. Ebbene al Tour gli specialisti non potranno usufruire di grossi vantaggi, ciò a mio modo di vedere renderà la corsa più aperta e spettacolare. Questa edizione lo sarà ancor di più anche per le altre frazioni presenti sin dalle prime battute. Tante tappe dal tracciato frizzante, sempre ricco di tranelli. Le prime nove frazioni che porteranno la carovana dall’Olanda a Pau, dove il Tour sosterà per il primo giorno di riposo, obbligheranno i protagonisti ad una continua bagarre. Fra ventagli, muri e pavè saranno poche le tappe di trasferimento. Con la decima tappa, la prima del trittico pirenaico, cominciano poi le difficoltà altimetriche. Da Tarbes a Parigi, dodici frazioni, nelle quali poche volte si tirerà il fiato. In questo caso la novità rilevante è costituita dalla ricerca quasi scientifica che il disegnatore fa delle difficoltà. Quasi ogni frazione presenta, infatti, più di un punto chiave dove gli uomini di classifica verranno chiamati in prima persona a giocarsi le loro chances. Mi piace questo percorso che inevitabilmente sorriderà a quegli uomini di fondo in grado di correre sempre con gli occhi aperti e sempre sui pedali.
Su questo bellissimo tracciato si misureranno tutti i migliori specialisti delle corse a tappe, nessuno escluso. Non ricordo un altro parterre simile e soprattutto, altra novità importante, non vi è un uomo che si presenta nettamente favorito. Il cocktail che ne esce fuori, mescolando lo spumeggiante percorso ed i suoi interpreti, renderà questo Tour probabilmente unico.
Cominciamo da chi ha il numero uno ben puntato sulla schiena. Nibali, smaltiti i lunghissimi strascichi dello scorso dopo Tour e dopo una primavera tribolata a volte per motivi poco legati a fattori agonistici, sembra aver trovato in extremis la condizione necessaria per poter difendere il titolo uscente. La forma, a differenza della scorsa stagione, è arrivata tranquillamente, senza fastidiosi assilli interni. Vedremo sin da subito, per esempio già dalla 3^ frazione con arrivo sull’erta poco gradita di Huy, se si tratta di quella giusta. Qualche problemino emerso all’interno della compagine che lo affiancherà speriamo non lo danneggi eccessivamente. Vincenzo ha bisogno di un gruppo di uomini molto compatto attorno a se, molto di più di quanto non lo sia stato lo scorso anno. Il livello degli avversari lo impone. Eclettico e molto attento può puntare al bis. Poi Froome, a differenza di Nibali, partirà affiancato da un team agguerritissimo e pronto su ogni percorso, l’inglese però non sembra il tritasassi di un paio di stagioni fa. Ha vinto il Delfinato, ma di un soffio. Corre sempre allo stesso modo e spesso si dimostra incerto se attaccato lontano dal traguardo. Le sue lacune tattiche sono ormai ben conosciute dagli avversari. In definitiva molto forte, ma assai fragile. Contador è quello che rischia di più in virtù del suo miglior palmares ed è anche quello che rischia di meno in ragione del fatto che ha già messo in carniere il Giro d’Italia. Stranamente è proprio la corsa rosa vinta a suscitare qualche perplessità sulle sue possibilità di vittoria finale. Ha vinto non convincendo del tutto davanti ad ottimi avversari ma di livello diverso da quelli che affronterà in Francia. La classe, l’esperienza e la tattica, però, non si discutono. Quintana è un oggetto misterioso. Dopo il perentorio successo alla Tirreno-Adriatico è pressoché scomparso. In Francia si troverà, dopo due anni, al cospetto di avversari di pari rango in un GT. Inoltre, nella Movistar avrà accanto Valverde e non saprei dire quanto la cosa possa tornargli utile, ho l’impressione infatti che quest’ultimo non rinuncerà a cuor leggero a correre per la classifica a vantaggio di un compagno. Infine, penso che non avrebbe disdegnato un arrivo in salita con pendenze più impegnative. Se arriva ai piedi dei Pirenei più o meno indenne diventerà pericolosissimo. Scendendo almeno di un gradino, troviamo Van Garderen, l’americano ha convinto i suoi ad affidargli l’intera responsabilità della BMC. Tutti correranno per lui, nessuno fargli ombra, incluso Gilbert che non farà il Tour. I miglioramenti costanti, culminati con l’ottimo Delfinato, sono dalla sua; per contro avrebbe senz’altro gradito un po’ di chilometri in più contro il tempo e desta curiosità la sua tenuta sulle tre settimane. Poi Pinot. Il giovane transalpino ha mostrato ulteriori miglioramenti in salita, che gli hanno permesso di togliersi un paio di belle soddisfazioni al Romandia e nel Giro di Svizzera, tuttavia continua a soffrire la bagarre ed i continui cambi di marcia necessari per primeggiare in un GT. Al Tour troverà molte salite, ma anche tanti finali nervosi, dove, per dire la sua, dovrà dimostrare altra reattività. Infine, anche Rodriguez merita una segnalazione particolare, anche lui sarà l’unico uomo di classifica della sua squadra, la Katusha. Dopo un discreto inizio di stagione ha preparato il Tour a puntino. Tanti arrivi in salita sono tagliati per lui, tuttavia, in direzione classifica generale, nelle tre settimane di corsa finisce sempre per pagare qualcosa ai migliori.
Con questi sette uomini si esaurisce l’analisi dei candidati al successo ed al podio. Dietro di loro una folta schiera di protagonisti scalpita e cercherà di farsi strada nella top ten. I transalpini sperano in ulteriori progressi del talentuoso Bardet, nella difficile conferma di Peroud e nella fantasia di Rolland. Simon Yates vorrà confermare l’ottimo Delfinato. Il tre Cannondale-Garmin Talansky, Daniel Martin e Hesjedal cercheranno di incidere sulla corsa ognuno a modo suo. Fra gli olandesi Moullema cercherà l’ennesimo rilancio, Kruijswijk di replicare il bel Giro, Keldermann il primo squillo. Rui Costa inseguirà probabilmente una buona classifica, rinunciando ai successi parziali. Spero di sbagliarmi. Majka e Konig partiranno sapendo che il loro Tour è legato alle fortune dei loro capitani. Entrambi, hanno dimostrato di saper approfittare delle occasioni che la corsa può sempre presentare. Due righe fuori tema le meritano Kristoff e Sagan. I due daranno probabilmente vita ad un bel duello per aggiudicarsi la classifica a punti. Seconda maglia per importanza al Tour.

I nostri, Nibali compreso, sono in sedici. Vincenzo è verosimilmente l’unico che farà classifica. Damiano Caruso sarà votato alla causa di Van Garderen. Il ragusano è al primo Tour, farà esperienza, prendiamola così. Nella BMC qualche chanches in più per Oss, bel combattente da Tour. Gianpaolo Caruso correrà in appoggio a Rodriguez, sa che godrà di poca libertà. Occhio, invece, a Trentin l’uomo che, grazie al suo spunto ed al suo acume tattico , potrà dire la sua nelle tante tappe dal movimentato finale.

Gira e rigira torniamo a Nibali. Una sua vittoria lo proietterebbe in una dimensione ancor più straordinaria, una sua sconfitta farebbe storcere il naso a più di un addetto ai lavori. Una sorta di roulette russa che il campione messinese non merita, ma alla quale non potrà sottrarsi se i suoi programmi continueranno ad essere incentrati su un solo obbiettivo annuo.

Detto questo, un solo grido: Forza Nibali!!

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments