Fare affari acquistando e vendendo proprietà, sperando in una fortunata pesca tra Probabilità e Imprevisti, sentirsi ricco col Parco della Vittoria, o pezzente col vicolo Stretto, e soprattutto di non andare in prigione. In pratica realizzare a tutti gli effetti un monopolio finanziario: è lo scopo del Monopoly (in italiano “Monopoli”), gioco da tavola tra i più popolari di sempre.
La prima versione venne lanciata dalla casa editrice statunitense Parker Brothers, nel novembre del 1935. Le origini del gioco in realtà sono di molto anteriori, risalendo al The Landlord’s Game, ideato nel 1903 dalla gentildonna quacchera Elizabeth McGee e diffusosi in diverse varianti negli USA.
Toccò a Charles Darrow, ex venditore di riscaldatori domestici duramente colpito dalla crisi del ’29, mettere ordine tra le varie versioni circolanti, dando al gioco una sistemazione definitiva. Al rifiuto della Parker Brothers di finanziarlo, l’uomo non si scoraggiò e nel 1934 decise di produrlo in proprio, andando incontro a un immediato successo di vendite. L’anno successivo la PB ci ripensò e lo lanciò nei negozi come “Monopoly”.
Venduto in oltre 270 milioni di esemplari nel mondo, il Monopoly è stato interessato negli anni da innovazioni ed edizioni speciali, tra queste una versione online realizzata dalla Hasbro (che controlla oggi la PB) in collaborazione con Google.
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