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5 ottobre: Giornata mondiale degli insegnanti

Si celebra oggi, 5 ottobre, la giornata mondiale degli insegnanti. Istituita dall’UNESCO nel 1994 per promuovere il miglioramento della condizione lavorativa e sociale dei docenti di tutto il mondo.

Il tema di questa edizione è, com’era prevedibile aspettarsi, legato a stretto filo con la drammatica situazione sanitaria che stiamo continuando a vivere, ovvero: “Insegnanti: gestire una crisi e immaginare un altro futuro”. Un tema, legato esplicitamente alle difficoltà degli insegnanti di tutto il mondo a lavorare durante la pandemia da coronavirus.

Continua ancora così la nota ufficiale con cui è stato presentato dall’UNESCO questo tema: “Oggi è il momento di riconoscere il ruolo degli insegnanti nel garantire che una generazione di studenti possa raggiungere il suo pieno potenziale e l’importanza dell’educazione per la crescita economica e la coesione sociale durante e dopo la pandemia. Oggi è il momento di immaginare nuovamente l’educazione e raggiungere la nostra visione di uguaglianza di accesso per tutti i bambini e le bambine a un’educazione di qualità”. È una sfida assai complessa, perché certamente la scuola durante i mesi del Lockdown ha messo ancora più a nudo, semmai non ce ne fossimo ancora accorti, il tremendo gap economico, culturale e sociale tra tutti quegli alunni (e quindi quelle famiglie) che potevano avere accesso alle risorse tecnologiche e quelli a cui, senza la presenza “fisica” della scuola, è venuto a mancare un seppur minimo stimolo culturale ed educativo.

E questo non deve poter succedere più!

Tornano, a tal proposito e con prepotente attualità, le parole di Erri De Luca: “… L’istruzione dava importanza a noi poveri. I ricchi si sarebbero istruiti comunque. La scuola dava peso a chi non ne aveva, faceva uguaglianza. Non aboliva la miseria, però tra le sue mura permetteva il pari. Il dispari cominciava fuori.” Ecco che diventa sempre più necessario, affinché la scuola pubblica diventi quello strumento di uguaglianza di cui sopra, che essa non subisca più tagli, ma investimenti. Scuole sicure, classi poco numerose, collaborazione tra insegnanti (severamente selezionati ma adeguatamente retribuiti) e famiglie. È oggi più che mai, abbiamo bisogno di tanta collaborazione da parte delle famiglie per poter gestire al meglio questa didattica in tempi di pandemia.

E allora, auguri a tutti i docenti, inclusa la scrivente, nella speranza che questa nostra professione venga riconosciuta, valorizzata e anche svolta con passione, competenza e amore da parte di chi decide di diventarvi.

(Valeria Musmeci)

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