ACIREALE – Si sono svolte le primarie del PD e nei seggi di piazza Europa si è vista un’affluenza in buona parte inconsapevole ma ligia alle richieste di partecipazione. Immagino una telefonata, un sms con la richiesta di recarsi alle urne e votare Renzi, Orlando o Emiliano. Due euro pronti e tanto sentimento politico buttato nell’indifferenziata, due euro pronti e lo schieramento dello status quo si presenta alle urne. Immagini della deriva culturale si concretizzano con poche battute, guardando i volti, ascoltando i mormorii. Insomma la saga di paese che diventa scelta politica.
Ma sono primarie che contano, sono primarie anomale per certi aspetti. Sono primarie in cui vince Renzi con i voti determinanti della neo truppa piddina e sono primarie in cui Emiliano si piazza miracolosamente al secondo posto scavalcando Orlando. Ma sono anche primarie del disgelo tra il segretario regionale del PD Fausto Raciti e il segretario regionale di Sicilia Futura Nicola D’Agostino. Due segretari regionali che guidano quelli che dovrebbero essere (al netto di sorprese elettorali) i maggiori partiti della coalizione. PD, SF, e poi i cespugli frutto del reflusso gastrico, comporranno la coalizione che chiederà ai siciliani il voto per continuare a governare la Sicilia. Prenderanno le distanze da Crocetta e il presidente in carica proverà con tutte le sue forze a resistere.
In questo scenario politico emerge un dato incontrovertibile, Acireale ha due segretari regionali che guideranno la coalizione alle prossime regionali del 5 novembre ed allora appare assolutamente ragionevole che i due, trovando un accordo e le dovute convergenze, potranno certamente avere la forza per determinare il futuro candidato presidente alla regione. In una nostra intervista l’on. Nicola D’Agostino non esclude una sua eventuale partecipazione alle primarie (qualora si rendesse necessario) e un suo eventuale, se richiesto, impegno diretto per la guida della regione. Ipotesi suggestiva, ipotesi che ci riporta indietro nel tempo quando a guidare la Sicilia vi era l’acese Nicolosi. Analisi azzardata? Non credo, se consideriamo il ruolo di primissimo piano che occupano Raciti e D’Agostino.
In questa ricetta neo democristiana c’è chi si indigna. Si indignano soprattutto tanti tesserati del PD locale che dopo un lungo letargo si accorgono che il loro partito non è quello che immaginavano ma che, al contrario, naviga e vince le elezioni portandosi al centro dello schieramento politico e lasciando per sempre i contenuti della sinistra e della socialdemocrazia.
Sono fatti e sono posizionamenti da mercato elettorale che non mi stupiscono perchè quando la crisi di sistema investe ogni ceto sociale allora si corre alla ricerca del consenso facile, ovvero quel tipo di adesione che mi ricorda non la vecchia diccì ma il primo rampante cavaliere Berlusconi, quello che in tv si presentò dicendo di non essere un politico ma che bisognava scendere in campo.
(mAd)