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“Benvenuto, ti ascolto” il lavoro degli assistenti sociali negli URP degli Ospedali

“Abbiamo bisogno di umanizzare i rapporti”.

Per un anno quattro assistenti sociali, reclutati attraverso avviso pubblico, hanno accolto e accompagnato i pazienti degli Ospedali di Acireale, Biancavilla e Bronte, Caltagirone e Militello in Val di Catania e Paternò. Il progetto “Benvenuto ti ascolto” si è posto obiettivi ambiziosi nella complessa quotidianità della realtà ospedaliera siciliana:

l’accoglienza e l’informazione, la rilevazione della qualità percepita al Pronto Soccorso, l’umanizzazione delle cure, la Carta dei servizi, le visite nei reparti e i colloqui individuali, l’incentivazione della partecipazione dei cittadini e la gestione dei reclami e segnalazioni.

Ieri al Santa Marta e Santa Venera di Acireale gli addetti ai lavori hanno presentato i risultati del progetto  nel corso del workshop “Comunicazione pubblica, percorsi di umanizzazione e di accoglienza nella rete ospedaliera dell’Asp di Catania”.

Presenti i vertici dell’Asp catanese, con in testa il direttore generale Maurizio Lanza, e il dottor Alfio Cristaudo, direttore medico del PO di Acireale.

Abbiamo incontrato il dottor Salvatore Cacciola, dirigente responsabile UO Comunicazione e URP, che ci ha sintetizzato i risultati del progetto ad un anno dal suo avvio.

«Abbiamo fatto in modo di migliorare le relazioni tra i pazienti e i familiari e l’istituzione ospedale, una relazione spesso vissuta con criticità, soprattutto nelle aree di emergenze. Il supporto di assistenti sociali qualificati è stato un accompagnamento importante nei percorsi sanitari di cura».

Quali sono state le domande più frequenti?

«I cittadini spesso non hanno le informazioni necessarie e uno dei nostri obiettivi raggiunti è stato rinnovare e tradurre le carte dei servizi degli ospedali, proprio per dare a tutti la possibilità di saper quali sono i loro diritti con un linguaggio semplice. La prima domanda che riceviamo è “Come funziona la complessa macchina sanitaria?”, “Come posso trovare percorsi di cura?” Il cittadino vuole risposte chiare e tempi brevi. Il problema delle liste di attesa e dei percorsi non facilitati è spesso motivo di contenzioso. Non a caso il progetto prevede l’inserimento degli assistenti sociali, perché non devono dare un’informazione fredda, ma devono comprendere e affiancare chi ha difficoltà o i familiari in un percorso virtuoso, che porti al miglioramento della capacità di stare dentro una struttura sanitaria di conoscerne le regole, i propri diritti e i propri doveri».

E quali sono le maggiori criticità emerse?

«Nell’ area dell’emergenza, le attese eccessive al pronto soccorso, l’attesa di risposte, difficoltà di comprendere un linguaggio tecnico o i modi di relazionarsi di alcuni operatori. Noi abbiamo bisogno di umanizzare questi rapporti per rendere più accessibile a tutti qualcosa che ancora resta distante».

Raccolte le segnalazioni degli utenti cosa fate?

«Il Regolamento di pubblica tutela dell’azienda impone una risposta rapida, entro un mese, a chi fa una segnalazione o un reclamo. Le inviamo al responsabile dell’unità operativa competente e interveniamo anche con le direzioni mediche se la risposta riguarda l’organizzazione dell’ospedale. Noi garantiamo che il reclamo abbia un suo esito».

Le attività sono state condotte da 4 assistenti sociali, reclutati attraverso avviso pubblico, la dott.ssa Tiziana Lo Monaco, il dott. Sebastiano Pomona, la dott.ssa Chiara Iannaci e la dott.ssa Noemi Mormina, che operano direttamente all’interno degli URP dei Punto Salute.

Il progetto si è concluso ufficialmente ieri con il workshop, ma considerati i risultati raggiunti, utili alll’azienda per migliorare l’interazione con i cittadini,  dovrebbe trattarsi di un percorso che andrà avanti.

 L.C.

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