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Cundari: “No a una guerra santa per il Carnevale! Incontriamoci”

Il Carnevale in Quaresima? Del Carnevale 2020 si conoscono ancora solo le date e Acireale si è già spaccata in due fazioni. Stato e Chiesa. La prospettiva che il Carnevale si prolunghi fino alla prima domenica di Quaresima ha  provocato il dissenso netto del vescovo della diocesi, Antonino Raspanti, e generato malcontento nella comunità cattolica, che sui social ha già annunciato iniziative di protesta.

Abbiamo sentito il presidente del Cda della Fondazione del Carnevale, Gaetano Cundari, al momento molto impegnato sul difficilissimo fronte dei conti, che ha parlato della vicenda con massima serenità.

«E’ stato un grande equivoco. Il sindaco ha ritenuto che ci fosse stata una benedizione da parte del vescovo e questa cosa si è tramutata circa due mesi fa nella pubblicazione dei bandi con le date che il nuovo Cda ha confermato e che qualche giorno fa abbiamo visto tutti nel pre-programma. Abbiamo, tra l’altro, guardato con umiltà ad altri Carnevali di rilievo nazionale a pagamento e abbiamo riscontrato che il mercato poteva essere favorevole. Questa edizione sarà un’edizione di recupero. Tenendo conto del rischio meteorologico, si aumentano le giornate, perché bisogna considerare che, pur tagliando tutte le uscite, i costi fissi vanno coperti al di là di qualunque aspettativa. Ma lungi da noi voler creare malcontento in città. Fare un giorno in più di Carnevale, non è un momento di oblio per le menti. Bisogna capire che il Carnevale è diventato un momento economico. Abbiamo pensato di allungare di una domenica solo prevedendo la possibilità di un mancato incasso. Sinceramente non è nostra intenzione offendere la sensibilità di alcuno, né creare dissenso. Io devo occuparmi di gestire una fase economica che dovrà dare certezze e credibilità al Carnevale di Acireale. Le polemiche non ci servono, anzi. Sono convinto che veramente si sia trattato di cattiva comunicazione tra le parti, più dal sindaco probabilmente, che dal vescovo».

Il presidente Cundari ribadisce l’assoluta buona fede, o se volete “ingenuità”, della Fondazione nella vicenda, e manifesta la piena volontà di superare l’incidente diplomatico e la disponibilità a fare un passo indietro.

«Se questa domenica conclusiva deve creare scompiglio, ritengo sia inutile trincerarsi dietro le proprie convinzioni. Auspico un incontro con il vescovo per dare i giusti contorni a una vicenda che mi sembra eccessivo diventi una sorta di guerra tra Stato e Chiesa. Diciamo che non posso vendere un prodotto economico con questo spirito. Insomma il Carnevale è la manifestazione principe di Acireale non deve e non può provocare uno scisma».

C’è da ricordare, però, che la manifestazione principe di Acireale raramente si è lasciata intimidire dalla sensibilità della comunità. Proprio nel 2019 il dolore per Margherita, Lorenzo ed Enrico e il bisogno di silenzio di tantissimi Acesi non sono bastati a fermare la festa. Il maltempo e la conseguente ipotesi di far slittare la conclusione al periodo quaresimale hanno spesso proposto la diatriba tra Palazzo e Chiesa. E Cundari non nasconde che le preoccupazioni e gli obiettivi della Fondazione in questo momento sono ben distanti dai temi, seppur elevati, in discussione negli ultimi giorni.

«La necessità della Fondazione oggi è di avere credibilità, ecco perché questa vicenda, nata davvero da un equivoco risulta un fastidio che va superato. Nei prossimi giorni pubblicheremo il bilancio preventivo, che sarà un bilancio pluriennale e sarà indispensabile a dimostrare a Enti e istituti di credito che il Carnevale possa diventare autonomo rispetto alle necessità finanziarie. Non può più essere il Carnevale degli Acesi, oggi noi facciamo il Carnevale per chi viene deve pagare. E’ un sistema economico seppur piccolo. Deve essere vetrina per le attività economiche del territorio e non mi riferisco solo al commercio, ma penso ad esempio al Wedding, un marchio che Acireale non ha più, ma i matrimoni sono tantissimi».

Qual è il primo obiettivo del nuovo Cda della Fondazione?

«Cercare di dare certezza finanziaria a chi lavora per il Carnevale e a chi gli dà fiducia. E’ insopportabile pensare che tutti quelli che hanno lavorato per il Carnevale, dopo sette mesi, non sono stati pagati. Tutti tranne i cantanti. Questo è il primo obiettivo, il resto sono solo parole e prospettive, ma se non ridiamo credibilità al Carnevale…»

Chi sarà il direttore artistico del Carnevale?

«Lo faccio io. Del resto non avremo spettacoli. Sulle uscite si taglia. I carri saranno il nostro spettacolo, ci servirà solo un tecnico per il circuito».

L.C.

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