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Dopo dieci mesi il risultato è fallimento in vivibilità

ACIREALE – La foto di Mario Vasta, alias Petra Sappa, è un racconto crudele. Un clic che raffigura l’arretratezza culturale e l’assenza di una qualsiasi programmazione. Dieci mesi di amministrazione Alì e il risultato è tutto in un fotogramma, un clic dove gli “umani” sono solo un segmento marginale dentro una cornice che ritrae una cittadina del sud che non sa e non vuole comprendere cosa bisogna fare per dare un minimo di decoro e di dignità a quelli che la vivono e a chi la visita.

Tanti, giustamente, nella foto hanno notato il caos veicolare, il parcheggio selvaggio, quelle due donne che sono sedute in un tavolino modello Calindri nella famosa pubblicità del Cynar. Ma c’è un particolare, in fondo al clic di Petra Sappa, ed è il carro allegorico vincitore del carnevale di Acireale 2019. Sta lì quella meraviglia di creatività e tecnologia tra le auto, in mezzo al caos. Il carro allegorico così decontestualizzato dalla festa è l’immagine evidentissima del fallimento, la visione univoca dell’incuria. Testimonia l’arretratezza e l’incapacità a dare risposte ad una sempre più larga fascia di cittadini che chiedono vivibilità.

In Italia le cose non vanno bene per l’economia che stagna, per il lavoro che manca, per i giovani che emigrano, ma ci sono due fattori che non conoscono crisi: la cultura e il turismo. Malgrado tutto ancora svariati milioni di persone l’anno girano per l’Italia, nelle grandi città così come nei borghi e nelle cittadine. Malgrado tutto sono i musei, le bellezze architettoniche, l’ambiente e la natura che portano i visitatori a scegliere una metà invece di un’altra. Ed infatti quei Comuni che si sono attrezzati riescono a fronteggiare la crisi, producono posti di lavoro, microeconomia e territori ospitali e fertili, gli altri perdono ancora altro terreno, affondano nel degrado; immersi in quel silenzio devastante di un territorio che ha smesso di gridare aiuto.

Nella foto di Piazza Duomo di Petra c’è tutto quello che rende le città invivibili. Lamiere e marmitte, assalto al posto auto, mezzi pubblici non elettrici, poveri avventori che condividono la colazione con il pm 10, spazi per i pedoni risicati e tutto intorno il caos. In questa foto ci sono gli errori di tanti, in questa foto c’è il degrado divenuto sistema, in questo scatto fotografico c’è tutta la tristezza di una cittadina perdente e sola. In un clic è visibile e concreta l’assenza di programmazione, l’assenza dei controlli, l’assenza di ogni decenza. Un clic che va oltre l’indignazione, che si spinge fino al dolore.

Resta solo un sentimento di tristezza. E’ l’angoscia metropolitana che ammorba e penetra lo schermo di chi guarda. In questa foto c’è tutto il silenzio di un’amministrazione che aveva promesso il cambiamento, c’è il silenzio dei neopolitici a cinque stelle che fino a ieri urlavano vivibilità e oggi si ritrovano imbottigliati in una logica di partito più ferrea del PCUS.

Un clic, una foto e la tristezza diventa concreta e tangibile, così come il fallimento espresso in dieci mesi di inutili e patetici lamenti domenicali.

(mAd)

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