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E’ nato il “semi” Giro d’Italia 2015 (In collaborazione con Il Salotto del Ciclismo)

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È stata una presentazione un po’ in sordina quella del Giro d’Italia della prossima primavera. Nei giorni scorsi al Palaghiaccio di Milano , senza copertura delle reti nazionali, è stato svelato il percorso della prossima corsa rosa. Difficilmente mi lascio trascinare in sterili polemiche di natura campanilistica, ma non posso fare a meno di sottolineare l’ennesima mancanza di interesse dimostrata dall’organizzazione per il sud e le isole. Il punto più meridionale la corsa lo toccherà col l’arrivo a S. Giorgio del Sannio (Campania) al termine della 9^ tappa, poi rapida risalita verso i luoghi più visitati ed amati dalla corsa rosa. Francamente resta difficile da capire perché tante regioni vengano snobbate per anni. Non vale certo la scusa dei lunghi trasferimenti vista ormai la consuetudine di far partire il Giro da luoghi lontanissimi. Non vale la scusa della differenza di popolarità che potrebbe esistere fra le varie regioni. Ho ancora nitidissimo il ricordo della folla oceanica che ha seguito con grande entusiasmo l’ultima tappa siciliana del Giro, era il 15 maggio del 2011. Non vale la scusa dello scarso numero di praticanti. La diffusione del ciclismo credo sia abbastanza omogeneamente distribuita sul territorio, anche fra i professionisti sono tanti i corridori che provengono dal sud, i ciclisti isolani che ci hanno rappresentato a Ponferrada erano 5 su 11. Poi da diversi anni ormai tante squadre professionistiche sono diventate abituali frequentatrici, per esempio, delle zone etnee. Ciò ha fatto si che tanti corridori hanno acquistato sempre più confidenza con i nostri luoghi. La familiarità è una componente importante per superare quella evidente diffidenza mostrata dalla carovana quando le veniva chiesto di fare tappa al sud. Infine, e non per ultimo, ricordiamoci che la corsa rosa si disputa in maggio, periodo dell’anno in cui il clima del sud presenta meno imprevisti. Quindi, inserire un paio di tappe meridionali sarebbe anche una scelta opportunistica, che invece si sceglie sempre di non fare accettando rischi metereologici spesso non indifferenti.
Detto questo passiamo alle caratteristiche tecniche che presenta il tracciato. Si parte da Sanremo il 9 maggio si arriva a Milano il 31 maggio. Ventuno frazioni per complessivi 3382 km, una cronosquadre, un lunga cronometro individuale, sette tappe con arrivo in salita (includendo fra esse anche la 12^con arrivo sullo strappo di Monte Berico a Vicenza), sette tappe per le ruote veloci, le rimanenti dal profilo ondulato. Sul solco tracciato negli ultimi anni il Giro presenta sin dall’avvio in Liguria tappe interessanti che obbligheranno alla massima attenzione i principali contendenti al successo finale; in generale, poi, le difficoltà sono ben distribuite anche se, come è logico che sia, troveremo le più importanti nell’ultima settimana. Gli arrivi in alta quota sono all’Abetone(5^), a Campitello Matese (8^), a Madonna di Campiglio (15^), all’Aprica (16^),a Cervinia (19^) ed al Sestriere(20^). Le salite finali sono sempre da lungo rapporto, mentre le salite più impegnative, il Mortirolo (inserito nella 16^) ed il Colle delle Finestre (nella 20^), sono abbastanza lontane dal traguardo e probabilmente reciteranno un ruolo secondario. I sessanta chilometri della cronometro trevigiana, con arrivo a Valdobbiadene (14^), finiranno per pesare notevolmente sulla generale soprattutto perché non appaiono adeguatamente bilanciati da un paio di arrivi in salita con pendenze importanti. A detta di tanti un percorso più umano ed accessibile, considerazione questa che molti accompagnano alla convinzione che ciò comporti un minor uso di sostanze dopanti. Io dico che si tratta di un percorso diverso per passisti-scalatori. In quanto alla convinzione che valga l’equazione percorso più “umano”= minor uso di sostanze dopanti, io non la penso così.
Contador ha già detto che il prossimo anno punterà sull’accoppiata Giro-Tour, idea che anche Nibali sarebbe tentato di perseguire.
Speriamo che la tentazione sia più forte degli interessi di scuderia che lo vogliono al via solo della corsa francese. (da Il Salotto del Ciclismo https://www.facebook.com/pdiciclismo )

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