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Ha ragione Alì. Sfidare il consiglio significa vincere facile.

ACIREALE – L’amministrazione Alì da quando non ha più la maggioranza consiliare ha fatto emergere in consiglio comunale una modalità, non certo politica, che non si era mai vista prima. Il giochino del voto favorevole o contrario sulla base dei presenti/assenti che, di fatto, è una logica che certamente farebbe rabbrividire non solo i grandi politici di un tempo ma anche l’ultimo consigliere di quartiere del più sperduto paese italico.

Invece sarebbe stato possibile e auspicabile sul piano politico mettere in atto delle operazioni che avrebbe ridato dignità alla politica. La prima cosa da fare certamente presentare una mozione di sfiducia perché oltre la possibilità numerica avrebbe segnato un confine preciso (nel rispetto del voto popolare) tra chi sta da una parte e chi dall’altra. La seconda. L’opposizione avrebbe dovuto lavorare sul bilancio di previsione ed emendarlo in ogni sua parte e votarlo favorevolmente. A quel punto sarebbe stato un dato di fatto concreto che l’amministrazione della città sarebbe passata nella gestione delle risorse in mano all’opposizione. Sarebbe stato davvero interessante vedere come si sarebbero comportati in termini di voto i consiglieri del M5S e certamente Alì avrebbe dovuto governare con il bilancio, di fatto, riscritto dall’opposizione. Ma non è andata così.

A turno i consiglieri comunali diventano splendidi riaffermando la loro determinazione, ascoltate bene, a rispettare il voto degli elettori. Votano contro le delibere proposte ma, non si sa come, questo accade dopo che con una rapido e semplice calcolo aritmetico si sono fatti i conti di chi è presente e chi no. Una pratica davvero discutibile se consideriamo che, tra qualche anno, alcuni di loro saranno di nuovo in pista a chiedere il voto e autoproclamarsi paladini del cambiamento e della rinascita.

Dalla parte dei consiglieri comunali che sostengono, come gli ultimi giapponesi nella giungla, questa agonizzante amministrazione il caos è totale. Tra di loro il frazionamento è alla base della loro difficile convivenza politica, le dimissioni sono fioccate, i delusi sono ancora presenti ma con i crampi allo stomaco. Tra i membri della giunta comunale ci sono i part time, quelli che si sono autoproclami tecnici e quelli che pagherebbero di tasca loro pur di ricoprire quell’inaspettato ruolo.

Insomma si va avanti con metodi che non possiamo dire che appartengono alla vecchia politica ma con modalità che, invece, sono della politica frivola e liquida che, oltre ogni ragionevole dubbio, si è autoconsacrata come rappresentante e amante languido della città. Ogni giorno che passa siamo costretti ad assistere ad un teatro politico senza precedenti fino a sembrare scandalosa l’affermazione più ovvia e cioè che quando non si ha più la maggioranza si deve tornare alle urne. Succede per il governo centrale, per la Regione e dovrebbe succedere anche dalle nostre parti, purtroppo sono tanti i consapevoli del fatto che l’avventura politica che stanno vivendo è unica e irripetibile ed allora ecco che chiusi in quell’aula possono permettersi di sbeffeggiare il voto popolare e rimodellare la politica come se fosse un fatto tutto interno.

Unica consolazione? Alla fine del giro di giostra nessuno di questi avrà la possibilità di ricostruirsi l’imene.

(mAd)

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