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Indennità sindaco e assessori, aumento e riduzione. + 10 – 10 vale zero

ACIREALE – Zero è il risultato, zero sono le operazioni politiche, in riferimento alle indennità e alle risorse, prodotte dall’amministrazione Alì.

Cerchiamo di capire perchè il risultato è sempre zero. Nell’uso delle risorse pubbliche tre, essenzialmente, sono i numeri che interessano i cittadini. 1) I costi della politica; 2) Il costo delle tasse comunali; 3) Le risorse che vengono stornati per gli eventi.

Il primo punto “costi della politica” è, a mio avviso, un falso problema. Come ricordava in consiglio comunale Giuseppe Ferlito quello che interessa ai cittadini è la produttività dell’Ente; in una parola l’efficienza. Davanti alla concretezza e all’efficienza i costi della politica passano in secondo piano. Sempre? Quasi sempre. Non sono mai passati in secondo piano per gli attivisti del M5S, anzi possiamo affermare che questa voce è certamente uno degli argomenti che hanno condotto i pentastellati a vincere le elezioni, e in campo nazionale che in quello locale. Ed allora i “costi della politica” grazie ai “grillini” sono diventati tema diffuso e tanto dibattuto. Il fatto che l’amministrazione Alì, con la possibilità di legge della fluttuazione stagionale della popolazione del 30%, abbia aggiunto ai suoi emolumenti un 5% non è certo una narrazione che dovrebbe appartenere al movimento di Grillo. Eppure è accaduto ed a ruota sono seguiti gli aumenti per i consiglieri comunali e per la presidenza dell’assemblea consiliare. Passano i mesi (quasi un anno) e il consigliere comunale Luciano Scalia contesta l’aumento relativo alla fluttuazione stagionale della popolazione, si apre un dibattito e segue un atto amministrativo di riduzione degli emolumenti e non solo del criticato 5% ma del 10% (5%+2%+3%). Sembra essere un’accelerazione nel modello pentastellato ma di fatto è un aver recepito le istanze del consigliere Scalia. E’ ovvio. Sempre al punto “costi della politica” erano state inserite i costi per i due nuovi assessori che dovrebbero sommarsi alla squadra amministrativa ma, anche in questo caso, presi dal fulgore a 5 stelle, i costi per i due nuovi assessori non sono più in previsione di bilancio ma i nuovi ingressi saranno sostenuti dividendo per sette gli emolumenti dei cinque oggi in squadra. Un’azione che fa chiaramente pensare ai tanti tentennamenti, indecisioni e frettolosità da parte dell’amministrazione Alì.

Il secondo punto “la tasse locali” è un punto dolente. Ci dobbiamo aspettare un aumento della bolletta dell’acqua così come è stato già determinato l’aumento della TARI di quasi il 5%. Una batosta per chi in maniera virtuosa ha differenziato i rifiuti con diligenza e paga puntualmente le “bollette”. Ci hanno detto che l’aumento è dovuto all’inesigibilità ma la pillola resta amara e non va giù dal momento in cui in assenza di tariffa puntuale i cittadini virtuosi pagano per il servizio, per i morosi e per l’inesigibile. Normalmente quando si raggiungono percentuali importanti di differenziata le bollette dovrebbero essere più leggere, invece nel gran ducato di Aci, il costo aumenta così come le tariffe. Abbiamo chiesto a tanti cittadini se erano a conoscenza dell’aumento tari e tutti hanno risposto di si mentre tutti quanti non conoscono e non sono interessati a sapere cosa è il gal o la terra dei giganti o altre amenità del genere.

Punto tre. “Le risorse che vengono stornate per gli eventi”. Il riferimento al carnevale è fin troppo ovvio. Il sindaco Alì aveva deciso di ridurre il contributo alla fondazione del carnevale e così ha fatto. Una riduzione dell‘11% che ha portato ad una cifra di 595 mila euro. A queste risorse vanno aggiunti altri costi che l’Ente sostiene per la più importante e secolare manifestazione acese. Non crediamo di sbagliare di molto se affermiamo che alla fine delle tre manifestazioni si arriva ad un milione di euro. Sono cifre importaanti e sono cifre che dovrebbero portare un chiaro ritorno economico (il famoso indotto). Per questo punto l’amministrazione Alì non aveva tante scelte: il carnevale andava finanziato ma la formula del ticket a pagamento connessa ad una costosa programmazione di eventi collaterali andava controllata con molta più attenzione dal sindaco e dall’assessore al turismo Pirrone. Così non è stato e adesso si aspettano i conti per capire quanto deficit si è prodotto e come potrà e dovrà continuare il carnevale ad Acireale. Un dato sconfortante che ci riporta allo zero di cui sopra.

Per mesi, dall’insediamento, il sindaco Alì ha pianto lacrime di sangue per l’esiguità delle risorse a disposizione dell’Ente, più volte il primo cittadino ha citato la delibera della Corte dei Conti, ma malgrado le preoccupazioni alla fine non si sono trovati 3.500 euro per una splendida manifestazione come “eralavò”, mentre altre e più consistenti risorse sono volate via senza risultati apprezzabili.

(mAd)

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