Non avevo mai letto nulla della Bignardi, lo confesso, a volte credo che sia un libro a sceglierti e non il contrario, così è stato questo. Antonia e Alma, (le protagoniste) mi sono entrate dentro dalla prima pagina e per adesso ci rimarranno per un bel po’. Una madre e una figlia, il dolore di una perdita e la voglia di risolvere quel mistero che ormai si cela da ben 34 anni è la molla di partenza di questo libro. L’indagine appassionante per scoprire il segreto che si nasconde dietro la scomparsa, trent’anni prima, di Maio (fratello di Alma), è condotta infatti da Antonia, scrittrice di romanzi polizieschi;questo è anche il racconto emozionante di un grande dolore, che invece di compattare una famiglia apparentemente unita, la divide. Il mio giudizio è positivo, lettura scorrevole, chiara, nonostante l’intreccio dei personaggi, l’ho letto in dieci giorni tanto mi ha intrigato e appassionato la storia. Una chicca: personalmente adoro i libri che fanno riferimento ad altre cose, una canzone, un film, un altro libro, in questo c’è un riferimento a un film di Antonioni “Professione:Reporter” (che ho subito provveduto a guardare), e riporta spesso dei passi dell’Eneide (e questo me lo ha fatto piacere ancora di più).
Insomma, tutta questa noiosa pappardella per dirvi che questo romanzo merita di essere letto.
“…Alma non sa cosa sia la leggerezza. Non è una persona pesante, è solo… intensa. Concentrata. Profonda. Sempre, senza tregua…”
(Daniela Torrisi)