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«Le Terme. Le Terme. Partiamo dalle Terme». Nello Musumeci parla dello sviluppo di Acireale

Il presidente della Regione Nello Musumeci ha un’idea di sviluppo per Acireale. Condivisibile o meno che sia, ieri in occasione della visita al Presepe settecentesco della Chiesa di Santa Maria della Neve, lo ha spiegato senza girarci intorno.

«Essere qui è testimonianza concreta dell’attenzione che il nostro Governo vuole rivolgere a tutto ciò che riguarda il patrimonio sacro, anche in chiave di ricaduta economica sul territorio. Inserire questo presepe settecentesco all’interno di un circuito turistico non solo impreziosisce l’offerta per chi viene ad Acireale, ma diventa anche una possibile entrata per legittimare dei lavori, pensiamo ai piccoli lavori di manutenzione ad esempio. Insomma dice una bugia chi dice che con la cultura non si mangia. Altrove, in ogni parte d’Europa, una razionale fruizione dei beni culturali determina anche un’innegabile ricaduta economica sul territorio. Cominciamo da Chiesa a’ Rutta, con questo contributo La Regione attraverso la Sovrintendenza ha dato una piccola testimonianza di attenzione. Siamo pronti a fare di più, lo sa il vescovo di Acireale, al quale esprimo il mio ringraziamento per la passione e il pathos  con cui segue la sorte dei beni culturali, non solo nella sua diocesi, considerato il ruolo che riveste negli organismi ecclesiastici ad alto livello».

Il presidente Musumeci manifesta la piena sinergia con il vescovo di Acireale, Antonino Rapanti, e la visione condivisa sulle potenzialità racchiuse nel turismo religioso.

Presidente Musumeci, quali sono, quindi, i progetti strategici più importanti che il suo Governo regionale sta portando avanti sul territorio acese?

«Le Terme. Le Terme. Partiamo dalle Terme. Se la stazione termale torna ad essere attiva diventa un polo per tutti gli altri segmenti turistici, per quello enogastronomico, quello balneare, per quello naturalistico, siamo sulla Timpa. Ecco perché abbiamo lavorato e stiamo lavorando per rilanciare gli stabilimenti e in 20 mesi abbiamo fatto quello che non si era fatto negli ultimi 15 anni. Certo è difficile recuperare tanto degrado, ma vi assicuro che ci stiamo lavorando». Musumeci sembra molto convinto che la strada da perseguire sia il rilancio del termalismo e ricorda che è dello scorso settembre la notizia che la Regione acquisterà il complesso termale di Acireale per riqualificarlo e rilanciarlo. La Giunta regionale, dopo la relazione dell’assessore dell’Economia Gaetano Armao che ne ha seguito l’iter istruttorio, ha approvato il “Programma di sviluppo del turismo termale. L’impianto di Acireale, insieme al complesso di Sciacca, dovrebbe essere pilastro del nuovo Programma. La Regione dovrebbe provvedere alla loro riapertura e valorizzazione.

Nell’attesa il presidente Musumeci anticipa un altro progetto per la valorizzazione del territorio acese.

«E’ un progetto interdipartimentale. Coinvolge Territorio e Ambiente e Beni culturali. Stiamo predisponendo un progetto per la riqualificazione di alcuni borghi marinari, quelli che si prestano maggiormente alla curiosità e all’attenzione dei turisti. Non bisogna pensare solo ad un turismo balneare, ma anche enogastronomico, perché chi vuole andare a mangiare buon pesce e preferisce farlo in un borgo marinaro deve trovare i servizi essenziali e razionali e noi abbiamo un problema di servizi. Lo spirito dell’accoglienza non ci manca, ma la competizione nel settore turistico si fa attraverso la qualità dei servizi e oggi la Sicilia è la prima regione in Italia per crescita nel settore enogastronomico, abbiamo superato la media delle regioni del mezzogiorno, se continuassimo a puntare su questo segmento di ricaduta anche per gli altri avremmo offerto altre opportunità di lavoro. Gli uffici stanno valutando il borgo che meglio si presta per antichità, pregio architettonico o monumentale, (ove ci sia), e il coinvolgimento della letteratura. Penso ad Aci Trezza e al progetto delle vie degli scrittori. Non ho la bacchetta magica, in 23 mesi non si può fare ciò che non si è fatto in 23 anni, ma stiamo lavorando».

Musumeci parla della sua chiave per lo sviluppo del territorio.

Però l’immagine del Governo della Regione è sembrata un po’ sbiadita a qualcuno che vive in prima linea il post sisma.

«L’emergenza terremoto c’è anche nei paesi del centro Italia ed è una vergogna. Però deve essere chiara una cosa. La ricostruzione non è competenza della Regione, le strade non sono competenza della Regione, o lo sono dello Stato o della Provincia. Sul post terremoto ho incontrato il commissario, il dottore Scalia, che io ho proposto al governo nazionale. Stiamo collaborando, ma i tempi li decide Roma e sono tempi incompatibili con migliaia di famiglie che sono state colpite da una calamità naturale, ma non vorrei diventassero vittime per la seconda volta della calamità burocratica».

L.C.

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